Teramo Lavoro, pagamento stipendi: c’è l’accordo. Intanto l’opposizione annuncia battaglia

provincia_teramo__via_milliTeramo. Il saldo della mensilità di marzo e aprile, mentre quella di maggio potrà essere pagata dietro presentazione della relativa fattura. Si è chiusa con l’accordo sul pagamento degli stipendi dei dipendenti della Teramo Lavoro la riunione convocata dal prefetto, Valter Crudo, per esaminare le criticità relative alla liquidazione delle fatture per le attività affidate dalla Provincia alla società in house e finanziate con il Fondo sociale europeo.

“Il servizio è stato reso e i dipendenti hanno lavorato” ha dichiarato il presidente della Provincia, Valter Catarra “dunque l’ente deve pagare. La Provincia non si tirerà indietro, la responsabilità che avremmo nel non farlo sarebbe grande”.

La posizione del presidente è stata condivisa dalle organizzazioni sindacali (presenti Monia Pecorale della Cgil, Fabio Benintendi e Alberico Maccioni della Cisl, Giulio Cesare Matè della Uil) che si erano rivolte al prefetto, proclamando lo stato di agitazione, al fine di rimuovere gli ostacoli che fino a oggi non hanno permesso di soddisfare le legittime pretese dei lavoratori.

Nel corso della riunione, a cui hanno partecipato tra gli altri anche l’amministratore unico della società, Venanzio Cretarola, e la dirigente del settore Lavoro e Formazione, Renata Durante, è stata raggiunta l’intesa, in base alla quale Teramo Lavoro ha presentato ulteriori documenti che attestano il costo orario dei lavoratori e le ore svolte. Già da domani sarà possibile liquidare le somme spettanti alla società per i servizi svolti e, dunque, pagare i lavoratori ai quali, ieri, Teramo Lavoro ha erogato la quattordicesima mensilità.

Intanto, in attesa del Consiglio provinciale convocato per domani, alle ore 17, nel corso del quale si discuterà anche l’ordine del giorno del presidente Catarra sul futuro dei servizi all’impiego, l’amministrazione sta continuando a verificare la possibilità di una prosecuzione della fase di start-up delle attività svolte da Teramo Lavoro e, di conseguenza, dei contratti di lavoro degli oltre cento dipendenti della in house.

“Ci auguriamo fortemente” commenta Catarra “di poter trovare anche in questo caso una soluzione che consenta di continuare a garantire i servizi agli utenti e di mantenere i livelli occupazionali”.

E, sempre questa mattina, quasi in contemporanea, di Teramo Lavoro si è parlato anche nella sede del Pd, dove si sono riuniti i rappresentati dei gruppi di opposizione, “capeggiati” da Ernino D’Agostino, che affilano le armi in vista del Consiglio Provinciale di domani. Un’assise che, già alla vigilia, si preannuncia molto animata.

“È inaccettabile” commenta D’Agostino “che a 72 ore dalla scadenza della fase di start up della Teramo Lavoro la Provincia non abbia ancora presentato alcuna proposta per risolvere questa emergenza. A disposizione, solo il nostro ordine del giorno, è scandaloso che di fronte ad una situazione gravissima che vede coinvolti 110 lavoratori e le loro famiglie, Catarra ancora non sappia cosa fare”. Un giudizio fortemente negativo, dunque, quello dell’opposizione, rispetto all’operato della Giunta Catarra: “una situazione molto grave”. Quali, dunque, le proposte? “Anzitutto” aggiunge il capogruppo del Pd “proponiamo l’internalizzazione delle funzioni essenziali (entro i tetti di spesa previsti per il personale), procedendo poi ad una selezione pubblica per contratti a tempo indeterminato. E poi, ancora, quel piano dei servizi previsto dallo Statuto della società in house ma mai redatto. E, infine, un’intesa tra Province e Regione per garantire i servizi fino a fine programmazione (2014), con selezioni a tempo determinato”. Secondo D’Agostino, quella di ricorrere alle agenzie interinali non sarebbe proprio una genialata, perché da un lato rappresenterebbe l’anticamera del licenziamento per i lavoratori e dall’altro avrebbe un costo maggiore per la Provincia. “Siamo favorevoli alla prosecuzione della fase di start up per la società, ma solo come soluzione temporanea in vista di un chiaro progetto futuro”. Non è tutto. L’opposizione torna a chiedere un “passo indietro” all’amministratore unico Venanzio Cretarola. “Non vogliamo sostituirci alla magistratura” conclude D’Agostino “ma pensiamo che per questioni di opportunità Cretarola debba essere sostituito da un dirigente interno, a costo zero per la Provincia”. Senza dimenticare un ultimo elemento, che forse meriterebbe di essere preso maggiormente in considerazione. Si tratta del blocco dei fondi Fse da parte della Regione. Nel complesso, parliamo di circa un milione e mezzo di euro, già impegnati. Se non dovessero arrivare, il rischio sarebbe molto alto e potrebbero portare al dissesto finanziario dell’Ente.

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