Giulianova, i dubbi del M5S sul bando alloggi via Bellini

Giulianova. “La Guardia di Finanza è intervenuta nel nostro comune, coinvolgendo mezzo Palazzo di città, con arresti eccellenti, tra cui l’ex assessore Nello Di Giacinto, il presidente della Giulianova Patrimonio Di Giambattista e la dirigente del settore urbanistica, Maria Angela Mastropietro. Starebbe emergendo un sistema di potere e corruzione. Il sindaco, per il quale ribadiamo la necessità di una mozione di sfiducia, e il segretario comunale, responsabile anticorruzione, sembrano cadere dalle nuvole, dicendo ai cittadini che in questi anni non si sono accorti di nulla”.

Lo ha dichiarato la consigliera del Movimento 5 Stelle, Margherita Trifoni, precisando che “il Movimento 5 stelle non ci sta e dopo aver chiesto le dimissioni del sindaco e la rimozione della responsabile anticorruzione Daniela Marini per incapacità manifesta (e la restituzione del bonus conferitole nel 2016), continua la sua lotta affinché sia assicurata in città la legalità. Margherita Trifoni vuol denunciare il modus operandi nella gestione del comune e della sua partecipata Giulianova Patrimonio. Come venivano affidate le gare di appalto? Come venivano scelti i fornitori, visto che da una prima analisi emergerebbero spesso le stesse aziende e gli stessi nomi? Un esempio per tutti: basta vedere il bando di 2 milioni di euro per la realizzazione di 18 alloggi di edilizia residenziale in via Bellini, per conto della Giulianova Patrimonio“.

“Il presidente della commissione – aggiungono -per valutare le offerte delle aziende in gara per la realizzazione degli immobili, era la dirigente urbanistica Mastropietro. Alla luce delle ultime vicende, diremmo: ‘alla faccia della trasparenza’. Visti l’ammontare di denaro e gli interessi in ballo, sarebbe stato doveroso individuare i membri della commissione tra terzi, indipendenti dal Comune, non scegliere la Mastropietro come presidente di Commissione. In pratica la Mastropietro si è ritrovata a ricoprire una duplice veste, quella del controllore, come dirigente urbanistica del comune che controllava il rispetto delle specifiche del bando, e quella del controllato come presidente della commissione del bando. Questa ha inoltre percepito un compenso per la funzione”.

“A nostro avviso questo modo di operare, poco chiaro e trasparente, ha contribuito a creare questo sistema, che getta ombra sull’amministrazione e sugli uffici stessi del comune”, conclude la Trifoni.

 

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