Riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio, Fimmg Teramo: Basta con la politica dei tagli

medicobaseTERAMO. “Basta con la politica dei tagli, serve programmazione”. E’ quanto dichiara in una nota la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, sezione di Teramo, che “strigliano” Asl e Regione a proposito della riorganizzazione sanitaria.

“Le ultime vicende accadute negli ospedali italiani” commenta la Fimmg “hanno riproposto la necessità di organizzare le attività territoriali del Servizio Sanitario Nazionale in modo che possano fare da filtro ed evitare che i codici bianchi intasino i Pronto Soccorso. Nel 2007 la Regione Abruzzo ha sottoscritto un contratto con i medici di famiglia che prevede l’associazionismo con strutture sul territorio aperte 12 ore al giorno o, se presente la Guardia medica, 24 ore su 24. Allo stato attuale, nella Asl di Teramo, abbiamo 10 strutture di medici di famiglia che assistono 12 ore al giorno oltre 100mila cittadini e altri 11 associazioni in rete (per circa 120mila persone) che non hanno un’unica struttura, ma coordinano l’attività in modo che uno studio sia sempre aperto 12 ore al giorno con collegamento in rete e possibilità da parte dei cittadini di rivolgersi a chi in quel momento è di turno. L’importanza delle associazioni mediche la si può misurare prendendo i dati relativi all’assistenza erogata dalle strutture dei medici di famiglia nei giorni immediatamente successivi al terremoto, quando tutti i medici misero a disposizione della Prefettura le proprie strutture e i propri dipendenti per assistere oltre 23.000 cittadini aquilani, per tutta la durata dell’emergenza, oltre un anno, e in modo del tutto gratuito. Per i medici di famiglia è stato un banco di prova importante e molto positivo. Ora, dopo i ripetuti tagli effettuati dal 2007 in poi, occorre passare ad una fase di programmazione ed investimenti sia sul territorio sia nella rete ospedaliera. Occorre puntare al potenziamento e alla diffusione capillare dei nuclei di cure primarie strutturate, in modo da creare una rete sul territorio in grado di intercettare i codici bianchi e verdi. Questi, altrimenti, affluiscono nei Pronto Soccorso e intasano gli ospedali con ricoveri inappropriati, oggi la vera causa della inefficienza delle nostre strutture. La funzione dei nuclei di cure primarie deve potenziarsi attraverso l’integrazione ospedale-territorio con percorsi diagnostici e terapeutici condivisi; attrezzature per la diagnosi di secondo livello e per la gestione e il monitoraggio delle patologie croniche che oggi, da sole, rappresentano il 75% della spesa sanitaria; attraverso la gestione della assistenza domiciliare integrata sulla quale occorre necessariamente investire. È l’ospedale, in definitiva, che deve andare verso il territorio e non il territorio verso l’ospedale prevedendo, all’occorrenza, che gli specialisti dei nostri ospedali facciano visite e diagnosi nei nostri ambulatori. La riorganizzazione della rete ospedaliera dovrà inoltre prevedere la creazione di reparti per la chirurgia in day surgery senza ricovero, che oggi rappresenta il 50 per cento degli interventi chirurgici; il potenziamento della diagnostica con adeguamento tecnologico; la rete oncologica aziendale integrata nella rete oncologica regionale; il potenziamento della rete dell’emergenza e dei Pronto Soccorso, dove vanno attivati i posti per l’osservazione breve; il collegamento in rete di tutto il sistema ospedaliero e territoriale, che è totalmente inesistente nonostante le gare di appalto e i soldi già spesi dalla Regione (su questo punto siamo purtroppo all’età della pietra!). Tutto questo non rappresenterà certo la panacea di tutti i problemi, ma di sicuro potrà essere un buon inizio per rendere i nostri ospedali veramente efficienti e di eccellenza. Senza una buona organizzazione del territorio, invece, tutto questo non si potrà mai realizzare. Qualcuno potrebbe obiettare: ma le risorse ci sono? Senza facile ottimismo si può affermare che le risorse ci sono e che spesso si disperdono. Manca invece la programmazione. Occorre capire che fare una politica di soli tagli senza programmare e riorganizzare vuol dire continuare a sprecare e perseverare nella inefficienza. Necessario anche educare i cittadini al corretto utilizzo dei servizi sanitari e in particolare all’utilizzo dei Pronto Soccorso. Su questi temi, la Fimmg di Teramo ritiene che il confronto con la Regione e con la Asl non sia più rinviabile”.

Impostazioni privacy