Variante Prg e Prp a Silvi: un centro commerciale al posto di una scuola?

claudio_ruffiniSilvi. “A Silvi con la variante al Prg e al Prp (Piano regionale Paesaggistico) le ultime aree libere dall’edificazione vengono destinate alla cementificazione. La Regione con questo atto si appresta a dare il proprio assenso alla variante del Prg, modificando per sempre il volto della città”.

Lo ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini, precisando: “se è vero che la variante era stata adottata dalla precedente giunta regionale di centro sinistra esclusivamente per recepire il Piano territoriale provinciale, va ricordato che era  nata come una variante tecnica, invece in sede di pubblicazione sono pervenute al comune di Silvi circa 300 osservazioni e l’attuale giunta Vallescura le ha accolte quasi tutte, imponendo al territorio una forte espansione edilizia di circa 30 ettari.”
Sono queste le accuse che Ruffini muove al centro-destra regionale che il prossimo 7 febbraio approverà in Consiglio regionale la variante del comune di Silvi. Per il consigliere del Pd un’iniziativa “nata per migliorare gli aspetti sociali, ambientali e logistici della città di Silvi e si sta invece trasformando in una speculazione edilizia. Tra le tante osservazioni spiccano quelle che riducono di diversi ettari le aree di tutela ambientale e paesaggistica”. Osservazioni e modifiche che sarebbero in netto contrasto con le ipotesi previste dall’art. 2 bis della legge regionale n.2/2003 che parla di variazioni di piccolissime entità e collocati perimetralmente al piano paesaggistico.
“Non ritengo che le richieste di variante su Silvi siano motivate da esigenze sociali o economiche, non c’è stato uno studio di dettaglio che giustificano la sottrazione di queste ampie superfici dalla tutela ambientale e non sono affatto aree di piccola entità ubicate ai bordi del perimetro di piano, al contrario sono grandi superfici, centrali e collari”; ha aggiunto Ruffini, soffermandosi  sull’esame di due delle varianti. La proposta numero 2, ubicata nell’incrocio tra la statale adriatica e la statale per Atri, prevede che dall’attuale destinazione ad attrezzature collettiva (scuole, aree sportive, verde attrezzato, etc) si dovrebbe passare ad area commerciale, forse per realizzarvi l’ennesimo centro commerciale. “Ovvero si cancella – ha aggiunto il consigliere regionale – un’area di alta valenza ambientale e paesaggistica, si toglie alla città spazi destinati alla socialità e alla qualità della vita. Addirittura l’attuale amministrazione comunale colloca il nuovo polo scolastico, che doveva sorgere in questa ampia e salutare zona, vicino alla ferrovia e allo stadio. Si permette una vera e propria speculazione edilizia, si crea un degrado ambientale, si aumenta inquinamento, caos e insicurezza per l’elevato traffico che ne deriverà lungo la SS 16 e la rotatoria. La giunta di centrodestra del sindaco Vallescura espone i ragazzi al rumore e all’inquinamento per pochi e precari posti di lavoro in un centro commerciale”. L’altra modifica sotto la lente di osservazione kidi Claudio Ruggini riguarderebbe la zona collinare, nel punto in cui dovrebbe essere realizzata la strada di variante alla statale 16 e precisamente in corrispondenza della galleria prevista: “Tale ipotesi andrebbe evitata per non aggravare di ulteriori costi gli eventuali consolidamenti dei fabbricati realizzati. Ipotesi questa verificatasi proprio a Teramo con il lotto zero. Oggi l’amministrazione pubblica si espone a rischio di maggiori oneri ed eventuali contenziosi per favorire interessi privati. Il rischio dei possibili contenziosi è molto alto e ritengo paradossale che si decida di andare ad edificare proprio in questa zona”.
Nei giorni scorsi Ruffini ha nche chiesto in Commissione di rinviare questa proposta al Comitato Regionale per i beni ambientali, ma la maggioranza di centrodestra ha espresso la sua contrarietà: “ è il segnale di un’ottusità politica in ossequio al bieco interesse di filiera del centrodestra che passa dal Comune ed arriva in Regione, con il risultato di infliggere ai silvaroli un degrado ambientale e sociale oltre ad esporre le future casse comunali ad esborsi milionari per danni”.

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