Emergenza Teramo, Marrone e Berardini: “Brucchi si assuma le sue responsabilità”

Uno scaricabarile istituzionale inaccettabile e paradossale. Lo definiscono così i consiglieri comunali di opposizione Maria Cristina Marrone (Teramo 3.0) e Fabio Berardini (M5S) l’atteggiamento dimostrato dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi e dai consiglieri regionali a seguito degli ultimi eventi calamitosi che hanno martoriato la provincia teramana, tentando in questo modo di scrollarsi di dosso delle responsabilità che restano tutte sulle spalle di chi ha amministrato il territorio negli ultimi 15 anni.

Lo scorso 20 febbraio, infatti, sarebbe scaduto il termine ultimo entro il quale gli enti locali potevano richiedere spazi finanziari concernenti il cosiddetto patto di solidarietà nazionale “verticale”, ovvero 700 milioni di euro annui per il triennio 2017-2019, di cui 300 milioni per l’edilizia scolastica. Fondi con l’obiettivo di favorire le spese di investimento da realizzare attraverso l’uso dell’avanzo di amministrazione degli esercizi precedenti e il ricorso al debito. Un’occasione, dunque, per fronteggiare gli eccezionali eventi sismici del 2012 e del 2016, effettuare interventi di edilizia scolastica, adeguare e migliorare sismicamente gli edifici pubblici e attuare interventi per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza e alla bonifica di siti inquinati ad alto rischio ambientale.

Il Comune di Teramo”, si legge nella nota dei consiglieri, “avrebbe tutti i requisiti per utilizzare questi strumenti messi a disposizione dalla finanziaria ma ha preferito non utilizzarli. Questo perché, grazie alla pessima gestione delle casse comunali da parte del centrodestra la città è precipitata in un sostanziale pre-dissesto finanziario (rimarcato anche dai Revisori dei Conti). Questa gravissima situazione economica, generata da coloro che hanno amministrato fino ad oggi, ha bloccato qualsiasi possibilità per il nostro Comune (condannandolo a perire), privandolo, altresì, di una strategia complessiva di interventi per fare progettazione e prevenzione”.

Una condanna senza appello, dunque, che censura il tentativo di Brucchi di “puntare il dito sul Governo ed addossare le colpe ad altri per salvare la faccia”.

È sicuramente importante battere i pugni e manifestare a Roma il 2 marzo per ottenere maggiori fondi per il nostro territorio”, prosegue la nota, “ma non è possibile dimenticare le gravissime colpe di chi ci sta amministrando e di chi ci ha amministrato prima. Non dobbiamo altresì dimenticare che difettiamo di rappresentanti autorevoli in Parlamento, che avrebbero dovuto loro sì alzare la voce per ottenere i fondi necessari per un territorio devastato, dato che tutti loro appoggiano l’attuale Governo. La protesta consiste in una disaffezione a cui si conferisce voce, articolandola in maniera tale che possa effettivamente incidere sul funzionamento dell’organizzazione o del sistema di cui si fa parte. Se non si cambierà radicalmente l’attuale sistema consolidato di potere, la protesta si risolverà in un nulla di fatto”.

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