Crisi edilizia, Ance Teramo lancia l’allarme: crollano gli appalti e aumenta la disoccupazione

armando_di_eleuterioTeramo. “Qualcuno vuole fare il bello con i nostri soldi, ma intanto negli ultimi tre anni gli appalti hanno subito un crollo del 79 per cento. Il che si traduce in un aumento della cassa integrazione, che a sua volta si ripercuote sulle famiglie e sulla società”.

E’ forte il grido di allarme lanciato oggi dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili che, per bocca del presidente, Armando Di Eleuterio, ha chiesto l’impegno della Provincia a promuovere, presso le Amministrazioni locali, lo schema di convenzione stipulata dalla stessa Provincia alcune settimane fa con la Banca Infrastrutture e Sviluppo di Intesa San-Paolo.

Il riferimento è allo strumento del factoring attivato dalla Provincia. “Si tratta di una soluzione utile a favorire il pagamento delle imprese” spiega Di Eleuterio “ma così com’è strutturata attualmente non è sufficiente. Per noi non c’è alcun vantaggio, ma solo spese. E non possiamo permettercelo, perché bisogna mettere in conto il ritardo cronico dei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, equivalente ad una media di 100 giorni”. Eppure, era stata proprio l’Ance a proporre l’utilizzo del factoring. “La convenzione, però” chiarisce il presidente “è stata stipulata senza il nostro coinvolgimento, altrimenti avremmo cercato di strappare condizioni migliori. Così è troppo pesante e non fa altro che aggravare la situazione. Non possiamo mica finanziare noi la crisi”.

L’inadempienza degli enti, dunque, è il grande problema delle imprese edili teramane, colpite poi dal crollo vertiginoso degli appalti, che portano Teramo agli ultimi posti tra le province abruzzesi. “Siamo ancora in attesa dei pagamenti per i lavori eseguiti a marzo dopo l’alluvione” dicono “e non sappiamo se e quando arriveranno. Andiamo avanti giorno dopo giorno, senza programmazione per investimenti e pagamenti. Le poche opere che stanno facendo sono finanziate da noi privati, visto che loro non pagano.

Ma c’è anche il problema legato al Patto di Stabilità, determinato spesso dalla mancata programmazione degli interventi degli enti locali.

“Rivendichiamo con forza la necessità da parte delle amministrazioni teramane di essere attente alla programmazione degli interventi” aggiunge Di Eleuterio “per consentire alle imprese di individuare le opportunità di business e attrezzarsi di conseguenza. Questo continua a non avvenire e nei Piani Triennali degli Enti puntualmente riscontriamo opere ed impegni che poi vengono disattesi dalla realtà”. E, comunque, “non tutti gli enti sono tenuti a rispettare il Patto: pensiamo alla TeAm o al Ruzzo, inadempienti anche loro”.

L’Ance si dice, infine, aperta al confronto e propone alla Provincia di attivare una vera e propria azione di marketing presso gli enti, per spiegare il modello di convenzione e consegnarlo alle amministrazioni. “Se le cose non dovessero cambiare, il rischio sarebbe enorme: nel giro di 5 o 6 mesi sparirebbero aziende, dipendenti e famiglie”.

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