Rudy Di Stefano decreta il de profundis del “modello Teramo”

“Se è vero come è vero che carta canta, le elezioni provinciali hanno confermato (semmai ce ne fosse stato bisogno), quello che da tempo mi sto sgolando a dire: il modello Teramo ei fu!”. Rudy Di Stefano, ex assessore comunale votato nella lista di “Futuro In” di ispirazione gattiana, affida ad un comunicato il commento dei risultati del rinnovo del Consiglio provinciale, sancendo lo strappo definitivo nei confronti di quel progetto che lo avevano portato a ricoprire la carica di amministratore nella squadra di Maurizio Brucchi.

E definisce una “strada che porta il centrodestra al camposanto” l’eventuale ipotesi di un nuovo rimpasto per la Giunta, visto che ad ogni scelta di questo tipo il primo cittadino avrebbe via via perso consensi, invitando invece a “guardare in faccia la realtà e a dire le cose come stanno”.

Le responsabilità”, scrive Di Stefano, “non vanno attribuite ai consiglieri, i quali sono stati ‘educati’ che questo è il modo giusto di fare, a mettere al primo posto le ambizioni personali in barba all’interesse collettivo. Ciò si è verificato perché l’allenatore, in primis, ha ripudiato da tempo il gioco di squadra, applicando lo schema del ‘dividi et impera’. Questo forse ti fa vincere qualche partita però, non solo non ti fa vincere il campionato, ma ti porta direttamente verso una sonora retrocessione. E purtroppo retrocede anche la città”.

L’invito dell’ex assessore, dunque, è quello di prendere atto del fatto che se il centrodestra ha vinto le elezioni con il 55% dei consensi, non lo stesso si può dire per Brucchi che ha registrato una flessione rispetto ai suoi candidati e poi si è vista mano a mano perdere pezzi con la fuoriuscita della lista civica guidata da Mauro Di Dalmazio. E, quando si è deciso di “andare anche contro la volontà popolare”, Di Stefano ricorda il suo passo indietro, arrivando oggi a constatare la perdita della maggioranza anche consiliare.

Alla luce di tutto ciò”, conclude Di Stefano, “ritengo che non sia troppo tardi, che si possa azzerare tutto e ripartire con una nuova proposta politica, che si faccia chiaramente giudicare prima dai cittadini e non dai tavoli politici, altrimenti prima o poi si voterà e ci penserà l’elettorato a cacciare i mercanti dal tempio”.

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