Elezioni Provincia Teramo: la voce del dissenso

Teramo. Da una parte le elezioni di secondo livello per il rinnovo del consiglio provinciale. Dall’altra una sorta di sit-in, fuori dal palazzo di via Milli, per esprimere “indignazione per l’ennesimo disprezzo dettato costituzionale che prevede la sovranità del popolo e che il voto debba essere libero, uguale, personale e segreto”.

 

 

Iniziativa messa in atto da esponenti di Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Azione civile assieme ai consiglieri comunali Paola Cardelli (Teramo) ed Ennio Chiavetta (Bellante).

 

 

“In queste elezioni il popolo è escluso da qualsiasi scelta”, hanno detto i manifestanti.  “Eletti e elettori hanno un peso diverso tramite il voto ponderale: ogni consigliere comunale ed ogni sindaco rappresenta, con il proprio voto, un numero variabile di elettori a seconda del numero degli abitanti del comune di appartenenza. Pertanto si genera il paradosso per cui il voto di un consigliere del comune capoluogo vale 10 volte quello di un suo collega di un piccolo comune.

 

Il voto inoltre non è segreto perché l’applicazione degli indici di ponderazione consente di individuare l’appartenenza del voto.

Per questi motivi sosteniamo che sia un dovere astenersi da queste votazioni e battersi per l’abrogazione della legge Del Rio.

 

Invitiamo i consiglieri comunali della Provincia di Teramo che oggi si sono recati alle urne ad avere l’onestà intellettuale e assumersi la responsabilità di esporre pubblicamente ed inequivocabilmente le proprie posizioni riguardo questa forma di elezione. Contestualmente auspichiamo l’apertura di un dibattito con tutte le soggettività politiche e sociali che hanno contribuito alla vittoria del No al referendum, sul tema del rilancio di un ente provincia, eletto a suffragio universale, come ente di governo di area vasta capace di dare risposte ai cittadini sui temi di cui ha competenza”.

 

 

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