Associazioni ambientaliste contro riperimetrazione della Riserva del Borsacchio

Riserva_Borsacchio_mappaGiulianova. “I recenti interventi del sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, e del consigliere regionale Claudio Ruffini offrono l’occasione per rivolgere un appello agli amministratori locali e regionali che da anni si agitano sulla vicenda della Riserva del Borsacchio senza riuscire a risolvere nulla. Questa incapacità di affrontare e risolvere i problemi non ha consentito alla riserva di svolgere quel ruolo di promozione territoriale che le aree naturali protette svolgono”. Lo scrivono in una nota le associazioni, WWF, Italia Nostra, Comitato Cittadino per la Riserva e CciClaT, invitando “il sindaco di Giulianova e tutti coloro che chiedono la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio, giustificandola con un presunto blocco del contratto di quartiere dell’Annunziata, a rileggere il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della riserva (pagato centinaia di migliaia di euro di fondi regionali e mai adottato), dove risulta che sono fatte salve le previsioni del Contratto di Quartiere stesso”.

Quindi, secondo le associazioni, non vi sarebbe alcuna ragione per riperimetrare la riserva, anzi si dovrebbe procedere, alle definizione del PAN ed all’individuazione dell’organismo di gestione della riserva.

Nella nota si ricorda, poi, che il Piano Territoriale Provinciale ed il relativo piano d’area della media e bassa Val Tordino prevedino, alla foce del Tordino, la realizzazione di un parco fluviale.

“Una gestione adeguata della riserva – continuano le associazioni –  sarebbe inoltre l’occasione per riqualificare l’area della foce del Tordino e realizzare il terminale verde della futura Teramo-mare ciclabile quale punto di congiunzione con il corridoio verde adriatico: in questo modo si inizierebbe a fare qualcosa di concreto per la tutela ambientale dopo le tante belle parole spese dagli amministratori di turno nei convegni e negli incontri pubblici.”

In merito alla situazione dei proprietari dei campeggi situati all’interno della riserva gli ambientalisti ricordano “che in consiglio regionale sono state fatte molte proposte tese a risolvere anche le problematiche sollevate da alcuni (molto pochi per la verità) campeggiatori di Roseto degli Abruzzi senza dover procedere a nessuna riperimetrazione: se l’obiettivo è migliorare l’offerta dei campeggi, la presenza di una riserva naturale non costituisce certamente un ostacolo e le proposte avanzate lo colgono pienamente; discorso diverso se l’azione di questi operatori turistici nasconde invece la volontà di modificare i campeggi in strutture fisse di tipo residenziale e non ricettivo turistico per cui la richiesta di uscire dalla riserva è semplicemente anticipatrice di una cementificazione ulteriore della nostra costa per meri intenti speculativi”.

L’appello conclusivo è rivolto a tutti coloro che sono interessati a trovare soluzioni reali affinché “si crei un momento di confronto vero così da evitare ancora inutili contrapposizioni o scelte azzardate come l’immotivata riduzione di un’area naturale protetta che, oltre a determinare un passo indietro nella tutela dell’ambiente costiero, avrebbe sicuramente effetti anche su bandiere blu, vele ed altri riconoscimenti ambientali che le Pubbliche Amministrazioni devono meritarsi nei fatti”.

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