Teramo Lavoro e rinnovo contratti: la versione dell’amministratore delegato Cretarola

venanzio_cretarolaTeramo. Dopo quanto successo lo scorso venerdì, quando una rappresentanza di utenti del Centro per l’Impiego ha protestato per la scarsità di servizi, oggi sull’argomento Teramo Lavoro e sulla proroga contrattuale, interviene l’amministratore delegato della stessa società in house della Provincia, Venanzio Cretarola.

“Quanto accaduto venerdì” spiega “è dipeso unicamente da concomitanti scadenze che si presentano ogni anno. Nonostante le difficoltà sindacali, su sollecitazione immediata del presidente Valter Catarra e dell’assessore Eva Guardiani l’esigenza di potenziamento del servizio è stata risolta rapidamente da Teramo Lavoro, che ha messo a disposizione un numero di operatori superiore alla media. Non è vero che Teramo Lavoro e la Provincia si sono posti il problema della continuità lavorativa solo l’ultimo giorno utile. La società ha convocato, soprattutto nell’ultimo mese, diversi incontri con i sindacati, confermando l’intenzione di continuare a sviluppare le attività, nel pieno rispetto delle norme di legge e contrattuali”.

E Cretarola spiega appunto che la condizione imprescindibile per fare ciò consiste nella stipula di un accordo sindacale.

“La società ha da subito proposto ai sindacati un percorso, a tappe, tenendo conto da un lato dei tempi di approvazione del Bilancio provinciale (senza il quale è semplicemente illegittimo prevedere affidamenti di servizio a Teramo Lavoro) e dall’altro dell’obbligo di attivare le corrette procedure per le proroghe contrattuali previste per le società In House. La regolare prosecuzione dei rapporti di lavoro per 15 giorni, disposta dalla società, seppure senza alcun accordo con il sindacato, è stata da me responsabilmente assunta essendo l’unico modo di garantire i servizi in attesa del Bilancio provinciale”.

Sulla richiesta sindacale di immediati contratti di almeno un anno (o di trasformazione a tempo indeterminato) l’amministratore delegato chiarisce che questa è un’opzione “semplicemente impossibile da praticare senza arrecare un danno certo proprio ai lavoratori che si vuole tutelare. La stabilità occupazionale di coloro che per anni sono stati utilizzati molto precariamente, può essere assicurata solo dalla costituzione e dal consolidamento di questa società che si è rivelata l’unica soluzione tecnicamente e giuridicamente possibile. Basterebbe vedere cosa è successo altrove. Esigere decisioni aziendali illegittime come condizione per la firma di un accordo tecnico non può che arrecare un danno ai servizi rivolti ai cittadini ed ai lavoratori. Attendo comunque fiducioso che le organizzazioni sindacali vogliano consentirmi di tutelare l’occupazione esistente nel rispetto del Contratto nazionale e delle leggi”.

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