Teramo, da Di Giovangiacomo l’invito alla condivisione su polo scolastico e ospedale

Condivisione piena con la città su polo scolastico e ospedale, le due opere strategiche fondamentali da cui Teramo può ripartire. Per l’ex assessore comunale Giorgio Di Giovangiacomo, componente del direttivo del gruppo civico Al centro per Teramo, i due fondamentali progetti che si stanno prospettando per la città meritano una condivisione politica non solo nel ristretto ambito della maggioranza dell’attuale amministrazione, che tra l’altro aveva già mostrato segni evidenti di equilibri sempre più fragili, ma di tutte le componenti sociali ed economiche della città. E’ la comunità, insomma, che per l’ex assessore deve poter decidere su opere così importanti.

Appare, infatti, in queste ore”, scrive in una nota Di Giovangiacomo, “come si stia facendo strada una logica di vertice, che sembra voler riservare al solo primo cittadino, e ad una ristrettissima cerchia di esponenti della maggioranza, la definizione di quelle stesse strategie. Per questo, riteniamo doveroso richiamare l’attenzione di tutta la politica cittadina, ma anche della stessa opinione pubblica, alla condivisione piena e vera delle scelte relative al nuovo ospedale e al nuovo polo scolastico”.

E in questa direzione il gruppo civico ribadisce da subito il convincimento che il nuovo ospedale debba nascere a Teramo, non per “mera affermazione della tradizione sanitaria aprutina, ma una necessaria ridefinizione non solo del ruolo territoriale del capoluogo, quanto della necessità di non disperdere il patrimonio di cultura medica che ha fatto di Teramo uno degli indirizzi della buona sanità italiana”.

La città capoluogo, dunque, come sede naturale, baricentrica ed efficace di tutto il sistema sanitario provinciale, seppure la localizzazione geografica debba essere il frutto di una condivisione politica totale, così come per il nuovo polo scolastico.

In questo momento di ansia e di collettiva apprensione, figlie del terremoto”, conclude Di Giovangiacomo, “Teramo ha la possibilità di dare un segno di ripresa che sia non simbolico, ma strategico, per la definizione di quello che sarà il suo ruolo nel futuro. Ed è un segno che dobbiamo dare tutti insieme”.

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