Bellante, a pochi giorni dalle elezioni Consiglio comunale a rischio

mario_dipietroBellante. A meno di due settimane dal voto che ha visto la vittoria come sindaco di Mario Di Pietro, a Bellante il consiglio comunale è già a rischio. Ad uscire dalla maggioranza è stata ieri sera l’italia dei Valori, che si è vista sbarrare le porte per la carica di vicesindaco al suo rappresentante locale Ennio Chiavetta. A meno di prossime ricuciture politiche, maggioranza di centrosinistra e minoranza di centrodestra hanno ora sei voti ciascuna. Sette a sei, se si considera il voto del sindaco.

La rottura tra Pd e Idv è arrivata dopo alcuni giorni di trattativa. Secondo gli accordi presi al momento dell’accordo con cui rientrò nella maggioranza Chiavetta, che alla fine di marzo pose la sua candidatura a sindaco, all’Idv sarebbe spettato il posto di vicesindaco. Durissima la reazione dei vertici regionali dell’Italia dei Valori. Carlo Costantini, capogruppo del partito in Regione, parla di comportamento “amorale” da parte del Pd di Bellante, mentre il suo vice Cesare D’Alessandro afferma che “qualcuno ha barato”.

La questione, secondo Constantini, rischia di non riguardare solo Bellante. “Il problema – dice in una nota il capogruppo Idv all’Emiciclo – è che in futuro sarà difficile convincere gli elettori del fatto che le stesse persone che si rendono protagoniste di comportamenti così “amorali” possano improvvisamente riscoprire moralità e valori positivi”. D’Alessandro definisce invece il Pd “asso pigliatutto”. Quanto accaduto, secondo il vice di Costantini, “costringerà il centrosinistra a fare i conti con una situazione che solo i numeri, oggi, non rendono ancora drammatica”. L’atteggiamento del sindaco, continua D’Alessandro, “pone in obiettivo difficoltà tutto il centrosinistra teramano e lo costringerà a pagare il prezzo di una rottura che si sarebbe potuto e dovuto evitare”.

Quattro Pd e due Comunisti Italiani contro quattro Pdl e due Idv. Questo, ad oggi, il consiglio comunale di Bellante. Secondo le norme, basterebbe una mozione di sfiducia al sindaco votata da sette consiglieri perchè si torni nuovamente alle urne.

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