Atri, Comitato San Liberatore non si tocca su declassamento Pediatria: ‘noi l’avevamo detto’

Atri. “Purtroppo sì è avverato tutto quello che abbiamo sempre gridato nelle manifestazioni da noi organizzate.  Non solo chiusura del punto nascita ma anche il conseguente e facilmente intuibile declassamento del reparto di pediatria“.

Lo ha dichiarato Comitato Il San Liberatore non si tocca, aggiungendo che “ora si torna a parlare nuovamente di mobilitazione, ma forse ci si dimentica che ad Atri ci sono state già due mobilitazioni organizzate dal nostro comitato unitamente al comitato difesa ospedale (alle quali hanno partecipato anche i sindaci ed esponenti politici locali, dei comuni limitrofi e regionali) ed i due comitati hanno anche raccolto 16000 firme di cittadini dell’Area Vasta che sono rimaste senza alcun riscontro. Da anni solo penalizzazioni del nostro nosocomio e declassamenti e le uniche voci, che si sono sollevate sempre contro queste politiche senza colori accomunate dall’obiettivo di ridimensionare il nostro ospedale, sono quelle dei comitati civici”.

Secondo Il Comitato in difesa dell’ospedale atriano “il sindaco si è svestito della veste politica aderendo al comitato e così ci aspettiamo che facciano anche tanti altri che rivestono un ruolo politico, ma che devono ricordarsi di essere principalmente sempre cittadini come noi penalizzati da questi tagli.
Questa è una battaglia dei cittadini e che deve rimanere tale per essere credibile e soprattutto efficace, perché la politica regionale, negli ultimi anni, sulla sanità ci ha solo colpito smembrando l’ospedale.
Agli attuali politici regionali di maggioranza ricordiamo che stiamo aspettando, da mesi ormai, ancora l’incontro pubblico previsto ed annunciato ad Atri per presentare il piano di rilancio del San Liberatore.
Non vi state limitando a distruggere l’ospedale ma ancor più gravemente state prendendo in giro i cittadini con ripetuti annunci che non hanno alcun riscontro concreto. Vergognatevi, ci ricorderemo tutto!”, concludono i rappresentanti del San Liberatore non si tocca”.

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