Nereto, nuova giunta comunale, Laurenzi: non rispettate le quote rosa

Nereto. Parità di genere non rispettata nella nuova giunta comunale di Nereto. Nella composizione del nuovo esecutivo (Massimo Salvi ha rilevato il testimone della dimissionaria Stefania Di Giuseppe) viene meno il principio della parità tra i due sessi, così come previsto dalla cosiddetta Legge Delrio.

 

Il caso viene sollevato da Daniele Laurenzi, capogruppo dello schieramento “La Fonte-Uniti per Nereto”, che fa una premessa: “ho manifestato il mio personale apprezzamento sull’operato del consigliere comunale Massimo. Ho accolto la sua nomina ad assessore con piacere, ma con stupore”.

 

Stupore, come detto, generato dal fatto che il nuovo esecutivo Di Flavio vede la presenza di una sola donna in giunta e non due come invece prevede la norma.

 

 

“Qualche amministratore”, sottolinea Laurenzi, “mi risponderà che mi concentro troppo su freddi aspetti burocratici, ma purtroppo il 99% degli argomenti riguardano la sistematica violazione delle leggi, altro da fare non c’è. In attesa delle giustificazioni sull’impossibilita di rispettare la parità di genere, penso di inviare una informativa al prefetto di Teramo e al consigliere di parità della Regione per le opportune valutazioni.

 

Voglio chiarire a tutti che in giunta le quote rosa sono obbligatorie anche se lo Statuto non lo prevede, anche se non ci sono più consigliere donne della maggioranza, lo Statuto prevede la nomina ad assessore di cittadini non facenti parte del consiglio comunale. È vero che ci sono comuni “maschilisti” che non rispettano questa legge, ma è altrettanto vero che laddove si ricorre al Tar e Consiglio di Stato, tutte le sentenze confermano il carattere inderogabile della percentuale di “quote rosa”. Forse per la maggioranza non ci sono personalità femminili idonee nel nostro paese?”.

 

Laurenzi non ha intenzione, e lo dice chiaramente, di impugnare gli atti ” rimarremo nella dialettica politica”, ma forse a questo punto, rifletteremo se è giunto il momento di abbandonare definitivamente un consesso pubblico senza regole, dove non ci sono stati margini per proporre qualcosa nell’interesse pubblico. La maggioranza non si preoccupi: possiamo togliere il disturbo così non avrà più noie e fastidi”.

 

 

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