Teramo Ambiente, socio privato e criminalità organizzata: Albi (Fli) chiede chiarezza

rabbuffo_albiTeramo. Quali collegamenti esistono, se esistono, tra il socio privato della Teramo Ambiente e la criminalità organizzata? E’ la domanda che Paolo Albi, consigliere comunale di Futuro e Libertà al Comune di Teramo, torna a porre al sindaco Maurizio Brucchi, “reo”, a suo dire, di tener ben conservata nel suo cassetto una informativa antimafia inviatagli, come riservata amministrativa, dal Prefetto Eugenio Soldà.

Lo stesso consigliere ha chiesto di poter accedere agli atti, ma dagli uffici comunali gli è stato risposto che era necessario ascoltare prima il parere del garante della privacy. Ed è proprio la richiesta inviata dal segretario generale del Comune, Sergio Iezzi, al Garante, che accresce ancor di più i dubbi di Paolo Albi. Nella nota, infatti, si legge testualmente: “Il Prefetto, nel comunicare che non esistono nei confronti della Società in questione (la TeAm, ndr), dell’amministratore e dei componenti, procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione, cause di divieto di sospensione e di decadenza ovvero provvedimenti che dispongono una misura cautelare, coglieva l’occasione per comunicare che verifiche svolte dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, confermavano notizie già fornite dalla Prefettura di Napoli e Venezia in ordine a collegamenti esistenti tra l’attuale amministratore delegato, il suo predecessore ed esponenti del crimine organizzato”.

In sostanza, commenta Albi, “è come se il segretario generale avesse confermato l’esistenza di tali legami. Per questo torniamo a ribadire la necessità di bandire una gara europea e facciamo appello a Maurizio Brucchi, affinchè la smetta di trincerarsi dietro i lavoratori della TeAm. Lo chiediamo in uno spirito collaborativo, per aiutare l’amministrazione ad uscire da quel vicolo cieco nel quale si è cacciata. Non vogliamo colpire nessuno, ma inaugurare una nuova politica della legalità”.

Una battaglia in cui Albi trova l’appoggio convinto del consigliere regionale Berardo Rabbuffo, che aggiunge: “Viviamo in una regione e in un comune cloroformizzati, in cui non c’è reazione e alcuni pensano di poter fare quello che vogliono. Questa città merita molto di più: non sono sbagliati i soggetti, ma le modalità”.

 

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