Teramo, Consiglio Provinciale: la guerra dei numeri e delle interrogazioni

teramo_consiglio_provincialeTeramo. Tutto come da previsioni. E’ stato un Consiglio Provinciale infuocato quello che si è svolto oggi pomeriggio nella Sala del Mutilato a Teramo. A farla da padrona, le interrogazioni presentate dai gruppi di centro sinistra che, dopo la nomina dei componenti dei componenti delle Commissioni e delle Sottocommissioni Elettorali Circondariali, scaldano subito il clima in aula: gli animi e i toni si accendono e le repliche al vetriolo rimpallano da uno schieramento all’altro.

Teramo Lavoro. Quali e quanti servizi sono stati erogati dalla Società in house? Quale sarà il destino dei lavoratori? “Abbiamo chiesto che il vuoto informativo su questo tema venisse colmato da una relazione scritta” ha detto il capogruppo Ernino D’Agostino. “Vorremmo conoscere i corrispettivi erogati dalla Provincia per i servizi, sapere da dove provengono questi soldi, conoscere i dati di bilancio della società, a quanto ammonta il personale impiegato e a quali condizioni contrattuali”. E’ caos, tuttavia, sulla risposta scritta: secondo la maggioranza non era specificata nel testo dell’interrogazione, impossibile, dunque, fornirla. “Mi era parso giusto chiedere il rinvio dell’interrogazione” ha replicato il presidente Valter Catarra “ma nella introduzione di D’Agostino c’è una premessa che mi spinge a rispondere”. Il nodo ruota attorno alla richiesta dei disciplinari: secondo l’uno gli sarebbe stato negato l’accesso agli atti, secondo l’altro i documenti sono a disposizione negli uffici e, a detta del dirigente, la richiesta del capogruppo dell’opposizione sarebbe stata respinta solo per una questione formale: gli atti, infatti, necessitavano di una integrazione. Ma ora sono lì, pronti per essere consultati. Nega D’Agostino, ribatte Catarra, in un ping pong senza esclusione di colpi. Alla fine sembrano tutti concordi su un punto: meglio rimandare la discussione ad un Consiglio ad hoc, avente come punto all’ordine del giorno le attività della società in house.

Tirocini formativi. Altro punto bollente. E la parola passa alla consigliera Rosanna Di Liberatore. “Alla data del 31 luglio 2010 risultavano attivi 30 tirocini, di cui 20 con rimborsi mensili. La domanda è: perché 10 tirocinanti non ricevono alcun compenso? E perché, tra i 20, alcuni percepiscono cifre oscillanti tra 500 e 800 euro? In questa amministrazione si fa un uso abnorme di tirocini e chiediamo, quindi, i dati aggiornati sul numero, chiarimenti sui diversi trattamenti economici, sui criteri adottati e le motivazioni delle reiterate proroghe”.

Anche in questo caso, la replica è affidata al presidente Catarra, che ammette divertito: “Vorrei poter rivolgere la stessa interrogazione alla minoranza, ci sarebbe da divertirsi. Abbiamo difficoltà a reperire i dati risalenti alla precedente amministrazione, anche perché prima di noi nulla era informatizzato”. E aggiunge con toni che si fanno sempre più alti: “Le procedure dei tirocini attivati oggi fanno riferimento ad una convenzione quadro del 2002, di cui non esiste traccia nell’ente. Nel 2010 sono stati spesi 73mila euro per 35 tirocini. Nel 2008 (quando alla guida della Provincia c’era D’Agostino) ne sono stati spesi 103mila. Addirittura, c’erano tirocinanti che prendevano fino a 900 euro al mese. Oggi abbiamo 16 tirocini attivi, ma pensiamo che dal 2002 al 2008 ne sono stati attivati 90 e confrontiamoli con gli 88 attivati negli ultimi 2 anni. Sulle proroghe, quando ci siamo insediati abbiamo trovato tirocinanti che avevano già fatto 4 anni di seguito. Lo ammetto, abbiamo reiterato anche quelli, non succederà più, ma quella era la prassi. Questa, poi, è la stessa amministrazione che ha permesso alla società in house di assumere 6 di questi tirocinanti a tempo determinato. E provenivano dall’amministrazione D’Agostino”. E, infine, una richiesta: “Fatene tante di queste interrogazioni, perché mi diverto a scoprire gli altarini”. Insoddisfatto D’Agostino che imputa al nervosismo del presidente l’uso di toni eccessivi. “Abbiamo consultato gli atti e possiamo fare nomi e cognomi dei tirocinanti attivi, per dimostrare che non sono stati affatto ereditati. Siamo pronti a fare una verifica approfondita: se l’avrò fatto io per primo, farò pubblica ammenda, ma il continuo riferimento al passato mi sembra fuori luogo”.

minoranza_consiglio_provincialeAntenna 10 – Agenzia Kiara Srl. La terza interrogazione è affidata al consigliere del Pd Robert Verrocchio e riguarda l’affidamento di prestazioni all’emittente regionale Antenna 10 e alla sua agenzia esclusivista Kiara Srl. In totale, 30.840 euro per l’attività di comunicazione istituzionale, 2.400 euro per promuovere la partecipazione alla Bit edizione 2010, 4.800 euro per la promozione dei bandi Pit a valenza provinciale. “Perché è stata scelta quell’emittente che a Teramo non è particolarmente presente?” chiede Verrocchio. “Perché non state coinvolte le altre tv più legate al territorio?”.

“Per legge” replica Catarra “siamo tenuti a fare comunicazione istituzionale e vi posso assicurare che le cifre da noi spese sono ben al di sotto di quelle previste dalla normativa. Nel 2010 abbiamo recepito due proposte di comunicazione: una da Antenna 10, l’altra da Teleponte. La prima è una emittente regionale che, sull’Auditel, se la gioca con Rete8. Ma noi avevamo quelle risorse, quelle proposte e abbiamo agito di conseguenza. In futuro si vedrà”. E, come nel caso dei tirocini, il presidente snocciola divertito i numeri. “Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo speso 45mila euro per le emittenti televisive. Tra il 2004 e il 2009 sono stati spesi 180mila euro. Come? Attraverso l’affidamento diretto. Mi chiedo: avete dimenticato o non sapete cosa è avvenuto durante il vostro mandato? In 4 anni sono stati spesi, solo per la grafica, oltre 130mila euro. In 7 anni sono stati spesi tra i 6 e gli 800mila euro per la Nova Comunicazione, che al suo interno non contemplava né giornalisti né comunicatori. Nel 2007 sono stati acquistati spazi su una free press per 20mila euro”. Cifre che mandano letteralmente in tilt l’assise, con il consigliere Renzo Di Sabatino che invita a “presentare un esposto”, un Catarra soddisfatto per la “scoperta degli altarini: se necessario, presenteremo regolare denuncia”, e un D’Agostino che minaccia querele e richiede la trascrizione e la messa a verbale delle dichiarazioni del presidente. “Rimaniamo in uno scandalismo a buon mercato” è la conclusione del consigliere di maggioranza Enrico Mazzarelli. “Sarebbe meglio indirizzare le energie per la produzione di atti amministrativi. Invece, assistiamo a sceneggiate per aspetti scandalistici, minacce di querele, per poi parlare, a margine, di argomenti importanti”.

“I dati su fatti e persone citati oggi saranno sottoposti a giudizio amministrativo e giudiziario per verificare la congruità delle scelte fatte”, aggiunge Catarra.

Il resto del Consiglio sembra quasi scivolare via, tra l’approvazione della variante al Piano Regionale Territoriale Consortile nel territorio del Comune di Atri, la mozione sulla costituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità, le infrastrutture provinciali, il progetto Borghi, l’ipotesi di un termovalizzatore in Vibrata, il Fermo Biologico di Pesca e la candidatura dell’area Atri-Cerrano a Sito Unesco.

Le reazioni del giorno dopo. Il presidente Valter Catarra, questa mattina, ha inviato una lettera ai dirigenti chiedendo “con urgenza” dati e numeri “corretti e concordanti sui tirocini formativi” in quanto quelli prodotti in Consiglio ieri sera risultano non congruenti fra loro e diversi da quelli forniti dalla minoranza.

Catarra chiede, inoltre, che venga prodotta copia della convenzione risalente al 2002, richiamata in ogni determina dirigenziale sui tirocini, convenzione che, al momento “non si trova”. Sempre nella stessa missiva si chiede ai dirigenti di rimettere una relazione sulle procedure di legge che regolano la materia e di predisporre, nel caso sia necessario, una nuova convenzione. Si chiede infine ai dirigenti quanti tirocinanti hanno o hanno avuto rapporti di collaborazione, di qualsiasi tipo a titolo oneroso, con l’ente.

Sui procedimenti in atto vigilerà il Segretario Generale dell’ente.

Sui tirocini formativi ho due cose da dire” ribadisce Catarra. “I dati illustrati ieri sera sono quelli desunti dagli elementi che mi sono stati forniti dagli uffici; in ogni caso oltre ad una puntuale ricognizione ufficiale su oggi e ieri, ho intenzione di adeguare tutte le procedure che regolano la materia rendendole, quanto meno, più trasparenti. Una cosa è certa: ai tirocini che potremo attivare, a tutti i tirocini, e non come accadeva in passato solo ad alcuni, continueremo a pagare il rimborso spese nella misura nella quale sarà consentito dai limiti di bilancio. Questa si è una scelta politica. In un momento molto complicato non possiamo chiedere ai giovani di accollarsi anche le spese di vitto e trasporto per il tirocinio che svolgono nell’ente”.

 

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