Teramo, Collegi elettorali provinciali: il Pd chiede le dimissioni del presidente del Consiglio Martino

pd_collegiTeramo. “Una ferita istituzionale che si deve assolutamente sanare”. Il gruppo provinciale di minoranza (Pd, Idv, Sinistra e Libertà, La tua Provincia) attacca duramente la giunta Catarra e arriva a chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Provinciale Mauro Martino, reo a detta dell’opposizione di non aver fatto rispettare le regole. Tema di discussione è la ridefinizione dei Collegi per l’elezione dei Consigli Provinciali, che nel teramano passano da 24 a 19.

La normativa prevede che la Prefettura, “sentita la Provincia”, trasmetta la documentazione al Ministero degli Interni entro il 30 ottobre. “Già nel mese di luglio” spiega Ernino D’Agostino “nella Conferenza dei Capigruppo, avevamo evidenziato la necessità di una consultazione e di un coinvolgimento della Commissione Consiliare competente e della Conferenza dei Sindaci. Ma nulla di tutto ciò è avvenuto. Il 29 ottobre la giunta ha approvato con una delibera il parere per la ridefinizione dei collegi elettorali, senza consultare nessuno. E’ un atto gravissimo: o si sana questa ferita istituzione con un percorso trasparente oppure è il caso che il presidente del Consiglio provinciale rassegni le sue dimissioni”.

I gruppi di minoranza hanno, quindi, chiesto un incontro con il Prefetto di Teramo Eugenio Soldà, al quale chiedono lo stop nell’invio della documentazione al Ministero degli Interni. “Questa giunta” continua D’Agostino “coniuga il massimo dell’arroganza con il massimo dell’incompetenza. E nella delibera si evince una mancanza di rispetto perfino nei confronti della geografia della nostra provincia”.

La ridefinizione dei collegi elettorali, infatti, viene elaborata secondo una serie di criteri, che vanno dall’aspetto demografico a quello relativo alla contiguità territoriale. Nella delibera approvata dalla Provincia, 4 collegi vengono assegnati a Teramo, che comprende anche i Comuni di Torricella Sicura, Penna Sant’Andrea, Canzano e Basciano, 2 collegi a Roseto, 2 a Giulianova, con Bellante e Mosciano, 1 collegio rispettivamente a Martinsicuro, Silvi e Pineto, 1 collegio ad Alba Adriatica, con Controguerra e Corropoli, 1 collegio ad Atri, che comprende anche Montefino, 1 collegio a Colonnella, con Tortoreto e Sant’Omero, 1 collegio a Notaresco con Castellalto e Morro D’Oro, 1 collegio ad Ancarano, con Sant’Egidio, Nereto e Torano Nuovo, 1 collegio a Civitella del Tronto, con Campli, Valle Castellana, Rocca S. Maria, Cortino e Crognaleto, 1 collegio a Fano Adriano, con Pietracamela, Montorio, Tossicia, Isola del Gran Sasso e Colledara ed 1 collegio a Castelli, con Castilenti, Bisenti, Arsita, Cellino Attanasio, Castiglione Messer Raimondo, Cermignano e Castel Castagna.

“Tale ridefinizione” spiega ancora D’Agostino “non tiene assolutamente conto della proposta avanzata dalla Prefettura. E’ chiaro che dietro vi sono precise scelte politiche, che puntano ad espugnare alcuni Comuni da sempre roccaforte del centro sinistra”.

Resta il fatto, comunque, ed è qui la critica forte della minoranza, che le decisioni sono state prese senza la minima consultazione di nessun attore, in primis i sindaci. “E’ un centro destra che non si smentisce mai” conclude Robert Verrocchio, segretario provinciale del Pd. “Questo è un atto di estrema gravità e il presidente del Consiglio Provinciale, che dovrebbe essere il massimo garante delle regole, non ha svolto il suo compito. All’arroganza ed all’incompetenza di questa giunta io aggiungerei anche un delirio di onnipotenza”.

I gruppi provinciali di minoranza chiedono, dunque, un incontro urgente con il Prefetto: “se le carte arrivano al Ministero, il gioco è fatto”.

Marina Serra

Impostazioni privacy