Roseto, frasi sessiste in consiglio: una ‘squalifica’ per Norante? VIDEO

Roseto. “E’ di questi giorni la notizia della punizione (tre mesi senza calcio) inflitta dal giudice sportivo al venticinquenne calciatore della Pro Venezia, Daniele Berton, riconosciuto colpevole di aver insultato un arbitro donna con queste parole: ‘Ma perché tu donna invece che venire ad arbitrare le partite non te ne stai a casa a stirare-lavare, maledetta te e chi ti fa arbitrare’ e altre ingiurie che non amplificheremo riferendole”.

Lo hanno ricordato le Commissioni Pari Opportunità della Provincia di Teramo e del Comune di Roseto, chiedendo se fosse “prevista una sanzione anche per chi, in un luogo istituzionale, massima rappresentazione della democrazia elettiva, insulta una collega consigliera invitandola a ‘rimanere a casa a fare i piatti e a cucinare’. E’ evidente che per molti uomini italiani le donne che ‘non se ne stanno a casa’ sono una vera ossessione e che questa ossessione è decisamente trasversale colpendo ambienti sociali, fasce d’età e livelli culturali anche molto diversi fra loro. L’episodio accaduto in consiglio comunale a Roseto ci ricorda, per l’ennesima volta, quanto ancora ci sia da fare in termini di pari opportunità, quanto non sia un vezzo insistere anche sul linguaggio di genere e quanto siano duri a morire gli stereotipi sulla figura femminile. Certo, nel caso di Antonio Norante, c’è l’aggravante del ruolo istituzionale rivestito e dell’insulto oltre che alla collega anche al luogo che lo ospita. Non possiamo che esprimere condanna e sdegno per le parole grossolane del consigliere e piena solidarietà alla capogruppo del PD Teresa Ginoble invitando tutti e tutte, dentro e fuori i luoghi dello Stato, a vigilare meglio contro quei comportamenti che alimentano la discriminazione”.

“Si può essere pesantemente insultati da un consigliere comunale per aver chiesto delucidazioni su un Project Financing che imporrà ai rosetani parcheggi a pagamento per i prossimi 30 anni?”, commenta il Partito Democratico rosetano, in seguito all’ultimo consiglio comunale dello scorso giovedì 21 aprile ma soprattutto in merito al vergognoso attacco sessista mosso dal consigliere Antonio Norante nei confronti di Teresa Ginoble, capogruppo del Pd. “Le carte di un progetto così importante per la città, ci sono state consegnate 24 ore prima del consiglio, nonostante avessimo fatto regolare accesso agli atti venti giorni fa. Tuttavia, l’amministrazione Pavone, solo il giorno prima, ha ritenuto di darci una mole di documenti impossibile da studiare in così poco tempo. Si stava parlando del futuro della nostra città, cioè di affidare ad un privato la gestione di parcheggi a pagamento per i prossimi 30 anni senza aver informato e confrontato con i cittadini e con le associazioni di categoria. Volevamo far capire che non è opportuno in piena campagna elettorale portare in consiglio argomenti simili ma questo ha urtato di molto la suscettibilità del consigliere che ha inveito oltre misura contro dei consiglieri che stavano svolgendo la loro funzione”.

“Conoscendo il soggetto”, prosegue il Partito Democratico, “non ci scandalizziamo tanto per le offese rivolte, quanto per il disprezzo e l’odio con cui sono state pronunciate. Si è voluto offendere non solo la Donna e con essa il ruolo di moglie, mamma e casalinga che racchiude; ma soprattutto una persona che, chiedendo notizie in merito ad un progetto che riguarda la città, stava svolgendo il ruolo pubblico ed istituzionale a cui l’hanno delegata i cittadini”.
“Un gesto inaccettabile che il Presidente del Consiglio Comunale avrebbe dovuto vedere e immediatamente censurare, prendendone subito le distanze e riportando la calma in aula. Purtroppo la sua unica preoccupazione è stata quella di far spegnere la telecamera come se così facendo, avesse assolto al suo ruolo. Nemmeno una parola da parte del Sindaco ormai in balia, come tutta la maggioranza, del consigliere Norante. Il primo cittadino, avrebbe dovuto scusarsi con la consigliera Teresa Ginoble e con tutta la città che lui rappresenta, per l’indegno spettacolo offerto ai rosetani e a tutti quelli che seguono fuori comune i lavori del consiglio comunale”.

“Una triste pagina per la storia della città ancora una volta mortificata; pagina che si fa ancora più infelice alla luce del silenzio assordante del Sindaco. L’episodio, l’ultimo di una lunga serie, è la conferma del degrado a cui hanno portato Roseto negli ultimi 5 anni. Chiediamo scusa ai rosetani, perché non meritano questa classe dirigente”, conclude il Partito Democratico.

Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Enio Pavone,  e l’intera Amministrazione comunale stigmatizzano l’episodio avvenuto nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale ed esprimono solidarietà e vicinanza al Consigliere Teresa Ginoble ed a tutte le donne che si sono sentite offese da certe parole.

“Purtroppo infatti, negli ultimi anni, i Consigli Comunali si sono sovente contraddistinti per toni decisamente accesi e per dei forti attacchi personali che hanno riguardato tutta la maggioranza, ed il Consigliere Antonio Norante in particolare, che più volte hanno ricevuto spiacevoli offese, ingiurie e calunnie che, però, nessuno si è sognato di portare alla ribalta mediatica. Ciò non giustifica affatto la gravità dell’accaduto, ma crediamo sia giusto contestualizzare l’episodio che è purtroppo avvenuto in un clima di forte tensione e tra reciprochi e riprovevoli attacchi tra le parti e che hanno travalicato gli aspetti politici, sconfinando nel campo del personale e della sfera privata. Questa Amministrazione, negli ultimi cinque anni, si è sempre contraddistinta per la vicinanza alle donne e per le numerose iniziative, messe in campo con la locale Commissione Pari Opportunità, a favore dell’universo femminile e contro le violenze, fisiche e verbali, che hanno riguardato le donne. Auspichiamo si riesca a ristabilire un clima di serenità e confronto civile tra tutte le parti affinché la campagna elettorale che la città si appresta a vivere si possa giocare su temi e proposte che interessano realmente la città e non su sberleffi e offese gratuite di cui Roseto degli Abruzzi ed i rosetani non hanno bisogno”, conclude Pavone.

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