Nereto, dubbi sul numero legale del consiglio: Laurenzi interroga il sindaco

Nereto. Dubbi sulla validità di una delle ultime sedute del consiglio comunale. Quella dello scorso 17 dicembre, quando tra le altre cose sono stati riconosciuti alcuni debiti fuori bilancio.

 

 

 

 

A porre il quesito, cosa che sarà fatta con una specifica interrogazione consiliare il prossimo 10 marzo, è Daniele Laurenzi, capogruppo della lista La Fonte-Uniti per Nereto. Il dubbio è figlio del regolamento che disciplina il funzionamento del consiglio comunale (in ogni caso da adeguare), visto che in quella seduta (dove le minoranze erano assenti e qualche defezione c’era anche nel gruppo di maggioranza), come emerge dagli atti pubblicati sull’albo pretorio dell’Ente, in aula erano presenti 5 consiglieri oltre al sindaco Giuliano Di Flavio.

” Lo statuto comunale” scrive Laurenzi nell’interrogazione, ” prevede che per la validità della seduta debbano essere presenti 8 consiglieri, escluso il sindaco, in prima convocazione. Sei, invece, oltre al primo cittadino, in seconda convocazione. Così come per quanto concerne la validità della stessa seduta, che in prima convocazione per essere ritenuta tale deve far leva sulla presenza di almeno la metà dei consiglieri comunali, senza tenere in considerazione il sindaco”.

Lo stesso Laurenzi rileva la discrasia tra le disposizioni di legge e quelle dello statuto e del regolamento, in virtù nel nuovo numero dei componenti dell’assise civica, ma dubbi restano.

 

Rilievi e riferimenti di legge, dunque, per articolare l’interrogazione a risposta orale. ” Chiederò in consiglio comunale”, di chiarire su tutti questi aspetti e sulla validità della seduta. Se tale non fosse, tutti gli atti approvati in quella seduta andrebbero annullati perché approvati contra legem.

 

 

 

 

 

Chiederò al sindaco di riportare tutti gli atti in una prossima seduta del consiglio comunale, evitando criticità presenti e futuri. Se il sindaco avrà dei problemi con il numero legale, potremmo garantirlo no, mettendoci però nella condizioni di poter votare nel pieno rispetto della legge e dello statuto”. Per la cronaca, in quella circostanza erano stati riconosciuti ben 13 debiti fuori bilancio.

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