Silvi, Consiglio rinviato. La replica di Vallescura

gaetano-vallescuraSilvi. “Rinvio ingiustificato, il Consiglio comunale poteva andare avanti lo stesso”. Risponde così il sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, alle accuse di Sinistra Ecologia e Libertà e Comunisti Italiani in merito alla sua mancanza all’ultimo Consiglio (era ad una rappresentazione teatrale) poi rinviato.

“Posso capire la minoranza che fa opposizione con qualsiasi mezzo all’azione dell’amministrazione comunale” contraddice, infatti, il primo cittadino “ma, sinceramente, chiedere il rinvio non le ha fatto certo onore e contraddice con quanto più volte dichiarato di voler essere costruttiva. Una presa di posizione strumentale perché la mia assenza, dovuta all’impegno preso in precedenza, non impediva il regolare e democratico svolgimento del Consiglio comunale: la mia presenza, infatti, non era indispensabile, innanzi tutto perché c’erano i numeri necessari per il Consiglio comunale e poi a norma dello Statuto Comunale il Consiglio è presieduto dal presidente e non dal sindaco. Inoltre, ricordo che il punto all’ordine del giorno prevedeva una semplice variante necessaria principalmente per l’adeguamento del Regolamento Edilizio alle Norme Tecniche, materia già sottoposto al vaglio di una commissione consigliare aperta anche alla minoranza”.

Il sindaco Vallescura fa rilevare che la minoranza avrebbe chiesto il rinvio motivando l’opportunità della sua presenza in quanto tecnico professionista, “mentre” sottolinea “mi sarei aspettato il contrario, ovvero che loro avrebbero rilevato la mia totale trasparenza nel non partecipare alla discussione e votazione di uno strumento urbanistico. Devo prendere atto, però, che i miei consiglieri di maggioranza, ed in particolar modo il gruppo Pdl, sono rimasti incredibilmente spiazzati dalla richiesta di rinvio della minoranza, tant’è che mi risulta che nessuno ha chiesto la parola per spiegare che il Consiglio poteva svolgersi ugualmente né hanno spiegato le loro motivazioni al loro voto contrario”.

Infine, rispondendo alle dichiarazioni di Giovanni Rocchio e a Sel, afferma: “Al consigliere Rocchio dico che la crisi politica esiste solo nella sua fantasia e speranza. Vi è soltanto, come lui ben sa visto che parlano spesso, la posizione ambigua del consigliere Pdl Gianni Di Febo, già insofferente da tempo, al quale sono stati perdonati già atteggiamenti incoerenti con il partito, riconoscendogli l’attenuante della giovane esperienza politica; lo  invito a riflettere al fine di chiarire a se stesso se si riconosce ancora nel partito Pdl, del quale inizialmente ha voluto essere il capogruppo, e di assumere un comportamento politico coerente. Ovviamente la sua posizione sarà valutata dagli organi comunali e provinciali del Pdl”.

Con l’occasione, il primo cittadino ricorda anche che non ci sono provvedimenti demagogici. “Per esempio” spiega in proposito “l’ordinanza sul decoro ha come aspetto del tutto marginale quello del divieto a torso nudo (tra l’altro all’interno dei pubblici esercizi) ed è stata apprezzato dai commercianti e cittadini. La cosa grave è che la minoranza è impreparata visto che non sa che un consiglio è presieduto dal presidente e addirittura hanno perfino scambiato i consiglieri delegati con gli assessori”.

 

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