Finché c’è birra c’è speranza: le precisazioni di Di Giovanni

duda2Tortoreto. “ Da parte nostra c’è grande rammarico per la sanzione comminata alla società di rugby, che svolge un’opera meritoria, ma la ricostruzione fatta da Sandro Porrea (presidente della società e consigliere comunale di minoranza, ndr), presenta parecchie inesattezze”.

Passa al contrattacco Antonio Di Giovanni, consigliere comunale con delega al commercio, che ricostruisce con dovizia di particolari le vicissitudini della manifestazione “Finché c’è birra c’è speranza”, che ha avuto un parto sofferto e un epilogo che ancora oggi genera polemiche vivaci: la multa rifilata dal Comune, di 3mila euro, per la mancanza dell’autorizzazione temporanea per la somministrazione di bevande ed alimenti. “ L’associazione” scrive Di Giovanni in una nota, “ ha presentato il 30 maggio una richiesta di patrocinio per un evento sportivo, per una manifestazione collaterale, con esibizione di artisti e di una lotteria e dunque nessuna richiesta, originariamente, è stata avanzata all’ufficio commercio. Qualche giorno prima della manifestazione (che si è svolta dall’11 al 13 giugno, ndr) il presidente Porrea si recava all’ufficio commercio chiedendo a che punto era la pratica di rilascio dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande nel corso della manifestazione.

L’ufficio, con me presente, rispondeva che nessuna pratica era in istruttoria per tale concessione in quanto non era pervenuta e quindi non era conoscenza di alcuna richiesta in tal senso. Esaminando attentamente l’istanza dell’associazione” prosegue il capogruppo di maggioranza, “si faceva notare che in essa mancava la richiesta di somministrazione di alimenti e bevande per cui giustamente l’ufficio commercio non era stato coinvolto e interessato nel rilascio delle autorizzazioni di sua competenza. A tal punto l’organizzazione integrava la domanda e la manifestazione da mero evento ludico-sportivo diventava a tutti gli effetti una sagra”. Qui s’innesta il secondo aspetto della vicenda: ossia l’impossibilità per l’ente di applicare, alle lettera, il nuovo regolamento sagre (che tra le altre cose prevede che tra un avvenimento e l’altro devono trascorrere almeno 10 giorni), ragione per cui la giunta, nell’autorizzare la manifestazione, ha derogato l’applicazione della stessa normativa, solo per il primo anno. La manifestazione, dunque, è iniziata senza le autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande, elemento questo che ha prodotto la sanzione a carico degli organizzatori. “Ci dispiace sinceramente che proprio un consigliere comunale rilasci comunicati pieni di inesattezze”, prosegue Di Giovanni, “  sia in merito agli uffici comunali  quando viene dichiarato che non si conosce il regolamento delle sagre, che invece è scaturito proprio dalla collaborazione fra i due uffici commercio e turismo; sia quando  dice che la manifestazione è stata approvata prima come sagra e poi come evento sportivo quando invece in realtà e successo proprio il contrario. Tra gli uffici non c’è stato nessun difetto di comunicazione, così come l’evento non è stato ostacolato, visto che lo stesso era classificato, dalla richiesta, come avvenimento sportivo.  L’ufficio commercio non  poteva autorizzare un qualcosa che fino all’8 giugno non era stato richiesto, né poteva autorizzare preventivamente un qualcosa che la giunta ha deliberato il giorno stesso della manifestazione. Anzi la giunta, ” chiude Di Giovanni, “ pur di far svolgere la manifestazione ha deliberato una deroga ” ad hoc” del regolamento emanato nel 2010. Se c’è stato caos, questo non lo hanno certo creato gli uffici comunali”.

 

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