Gli eroi di Tortoreto

lgt_tortoretoTortoreto. Giovani lasciati soli, al loro destino, inghiottiti dalla noia e dalle droghe. Un’immagine forse troppo pessimista per taluni, e forse comune ad altre realtà dell’Italia moderna, ma il quadro a tinte fosche emerge da una nota diffusa da Sandro Porrea, consigliere comunale di minoranza al Comune di Tortoreto.

Il problema è molto più complesso di una semplice posizione di natura politica, ma investe probabilmente lo sviluppo del paese e la cronica mancanza di spazi, strutture e forse di diversivi per i più giovani. Forse, come si legge nella nota, il destino di quei giovani sarebbe diverso. Nella lettera si parla, non a caso, degli “eroi di Tortoreto” che sono tutti quei giovani che, ogni giorno, combattono contro il nulla e contro la situazione di completo abbandono sociale che da anni il paese vive. “Eroi perché lottano, eroi perché è la droga da cui prendono il nome li sta uccidendo. Potremmo anche definirli martiri: forse quando un eroe cesserà di essere un eroe, per overdose, allora qualcuno si ricorderà di lui: degli giovani, dei giovani eroi”.

Il racconto. “Una macchina nera lunga e brutta, tre persone a bordo che guardano il cielo, quattro o cinque si avvicinano quasi fossero nel deserto ed avessero scorto un’oasi. Giovani, anziani, con macchine o in bici, italiani ed abitanti del Mar Rosso in attesa del Messia, il guidatore dai capelli lunghi e dallo sguardo coperto. Il rifornimento è arrivato; un’occhiatina in giro, qualche attimo per vedere la merce, quanto e come comprare; poi subito tutti via, con la bava alla bocca, mentre alcuni curiosi ed amici si insospettiscono e si avvicinano, tutti pronti al via per lo sparo; peccato che non è ancora Ferragosto”. 

Tortoreto, rotonda Trieste, sabato 24 luglio h.13.30

La lettera. “Ci preoccupiamo fin troppo dei problemi di natura tecnica ed amministrativa di Tortoreto” scrive Sandro Porrea”, lasciando allo sbando il sociale, ed i gravi problemi che affliggono i nostri giovanissimi ex-compagni di giochi. Esiste anche un nome a tali prassi, esiste una materia legislativa, esistono delle norme e dei concetti socio-politici: le politiche giovanili, azioni ed interventi mirati a far luce sulla situazione dei ragazzi, creandogli spazi e alternative, aiutandoli. Ma nel nostro paese, invece, ci si preoccupa di mettere telecamere (per farli nascondere ulteriormente) o a colpevolizzarli quando imbrattano dei muri, per farsi notare, per ricordare che esistono, per non annoiarsi. I giovani vengono ricordati soltanto in campagna elettorale con frasi del tipo ”voi siete il futuro”, “dobbiamo puntare sui giovani perché noi, ormai, siamo vecchi” dimenticando che il futuro si costruisce nel presente. Ci siamo dimenticati dei nostri giovani, ci ricordiamo solo quando sbagliano e ci dimentichiamo di aiutarli nel loro percorso di crescita formativa. Ci preoccupiamo di affidare servizi vari, indispensabili per un centro turistico, a privati, non incassando un solo euro, dimenticando che forse una strategia diversa, che aiuti il territorio sia dal punto di vista turistico sia ancor più dal punto di vista sociale, sarebbe certamente cosa migliore per noi tutti. Rivolgo un appello alla giunta comunale, nella persona del sindaco e dell’assessore alle politiche giovanili, nonché all’assistente sociale, affinché questa brutta radice marcia possa essere estirpata dal nostro Paese. Se questi giovani avessero qualcosa da fare, attività da svolgere, un piccolo lavoro, un centro di svago coadiuvato dai più grandicelli, forse il loro destino sarebbe diverso, ed anche quello di un Paese come Totoreto, socialmente allo sbando”.

 

 

 

Impostazioni privacy