Martinsicuro, vertenza Veco, Fiom e Fim: risposte chiare e senso di responsabilità

Martinsicuro. Chiarezza alla proprietà della fonderia sulla reale volontà di affrontare e risolvere i problemi. Una promossa agli enti, affinché il perfezionamento dell’iter amministrativo possa completarsi, nel rispetto degli aspetti ambientali e in aderenza a quelli che erano (e sono) gli interventi necessari.

 

 

 

Il futuro della Veco, la storica fonderia di Martinsicuro, è ancora tutto da scrivere e le organizzazioni sindacali (Fiom-Cgil e Fim-Cisl) chiedono impegni precisi e senso di responsabilità a tutti gli attori interessati. A partire dalla proprietà dell’azienda e all’accoglimento della proposta avanzata nel corso dell’ultimo incontro con la direzione (lo scorso 14 di ottobre) che prevede investimenti per circa 2,5 milioni di euro per l’ammodernamento degli impianti, in aggiunta alle somme spese per l’installazione dei forni alimentati a metano.

 

 

 

 

” Non comprendiamo il comportamento dell’ARTA di Teramo”, sottolineano le due sigle sindacali, “che avrebbe dovuto fare il sopralluogo e i rilevamenti durante provvisoria ripresa dell’attività per 90 giorni (dal 17 giugno al 17 settembre, ndr).

 

 

Tali controlli sono stati effettuati sono per le emissioni acustiche, mentre per il rilevamento delle emissioni in atmosfera (diossina) abbiamo appreso che l’Arta di Teramo non dispone della strumentazione e che sarà necessario chiedere l’intervento del CNR. Tutto questo è stato rilevato al termine del periodo di provvisoria ripresa delle attività”.

 

Di riflesso non può non essere accolto in maniera positivo il passaggio consiliare nel quale l’assise civica di Martinsicuro ha provveduto a rivedere il piano di classificazione acustica della cittadina, che interessa anche la Veco, e che può rappresentare un tassello importante per la soluzione della vertenza.

 

 

” Alla luce di tutte le situazioni ancora in ballo”, fanno notare Fiom e Fim, ” abbiamo già richiesto l’attivazione urgente del tavolo istituzionale di crisi con la convocazione di tutte le parti al fine di verificare la fattibilità del percorso discusso lo scorso 2 ottobre. Con l’attivazione poi di eventuali iniziative, alla luce di quello che sarà esito dello stesso tavolo”.

 

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