Roseto non è una città per gli imprenditori: ‘troppe tasse’. Pavone: ‘pronto a incontro pubblico’

Roseto. Lavorare fino al 26 agosto prossimo per pagare le tasse. E solo da allora cominciare a guadagnare per sé, per la propria impresa e la propria famiglia. E’ quanto accade a Roseto, che tra i più grandi comuni abruzzesi – secondo quanto certificato da una ricerca condotta dalla Cna nazionale sui dodici più grandi comuni abruzzesi, può vantare il poco lusinghiero primato di maglia nera nella pressione fiscale a carico delle imprese.

E mentre a Roseto il “tax free day” (una sorta di Festa della Liberazione dalla presenza opprimente di tasse e balzelli) può essere festeggiato solo dal 26 agosto, un po’ meglio va qualche chilometro piu’ a nord: a Giulianova, la data fatidica è fissata – sempre dallo studio (“Comune che vai tassa che trovi”) messo a punto da Claudio Carpentieri – al giorno dopo Ferragosto, il 16.

Decisamente meglio, invece, a Teramo: nel capoluogo di provincia, la data arretra all’8 agosto, che dopo L’Aquila, Spoltore e Vasto (ed alla pari con Lanciano) ne fa fiscalmente parlando il Comune più virtuoso della regione inserito nello studio, che ha stimato anche le performance di Montesilvano, Avezzano, Sulmona, Chieti e Pescara.

Lo studio messo a punto dalla Cna nazionale, ovviamente, ha messo all’interno dello stesso paniere tutte le voci, nazionali, regionali e locali, che compongono l’indigesta torta fiscale: Irpef; addizionali regionali sull’Irpef; tasse comunali su smaltimento rifiuti, Imu, servizi vari. Cosi’, a conti fatti, a parita’ di reddito dichiarato, stimato in 50mila euro, mentre a Teramo un’impresa, una volta pagate le tasse puo’ contare su un reddito disponibile di 19mila e 699 euro, a Giulianova scende a 18mila 57 euro; fino a precipitare, a Roseto, a quota 17mila 230 euro. Un quadro a tinte fosche, dunque, in cui – sostiene sempre la Cna – le diverse voci della fiscalita’ (nazionale, regionale e locale) finiscono per determinare un’autentica emorragia nelle tasche delle imprese, secondo una scala gerarchica che, nel 2015, fa ancora dell’Erario il predatore piu’ vorace nella proporzione della pressione fiscale: 40,6% di valore medio regionale (media nazionale del 40,2), contro il 7,4% della componente regionale (media Italia al 6,7%), e il 13,7% della media comunale. Una media comunale, che vede nel Teramano, rispetto all’anno 2011, assunto per tutti come termine di paragone, un aumento assai contenuto nel capoluogo di provincia (+3,1%), addirittura del 66,3% a Giulianova, e addirittura del 70,6% a Roseto. Così, non resta che guardare con sconforto, sempre assumendo come riferimento il 2011, a quanto accadeva allora in fatto di “tax free day”: il 10 agosto a Roseto, il 5 a Giulianova. Mentre a Teramo l’orologio sembra essersi fermato, per la gioia delle imprese, all’8 agosto. Esattamente come oggi.

“I numeri sono numeri, freddi, distaccati ma chiari, netti e, soprattutto, non giustificabili da politica alcuna. E’ chiaro e inoppugnabile quindi il dato diffuso in questi giorni da CNA Abruzzo che, nell’ambito di una ricerca su scala nazionale e regionale, rileva come Roseto sia oggi la peggior città d’Abruzzo dove fare impresa. Realtà incontestabile, già “fiutata” da qualche addetto ai lavori che certifica, ad un anno dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale, l’incapacità dell’amministrazione di centrodestra di investire per lo sviluppo economico e sociale del territorio e, al contrario, la identifica come capace unicamente di caricare tasse sulle imprese locali” spiegano Abruzzo Civico e #amoreroseto.

“Oggi possiamo discutere di dati reali, che Pavone non può smentire come suo solito” afferma il Coordinamento rosetano di Abruzzo Civico in una nota ” al di la delle parole è chiaro come il governo locale nulla abbia fatto per aiutare il tessuto imprenditoriale cittadino. Con il ritiro del piano regolatore (primario strumento di intervento sull’economia cittadina), avvenuto in maniera preventiva subito dopo il suo insediamento, la maggioranza ha fin da subito creato condizioni negative per le finanze cittadine, amplificando tale negatività nei trascorsi quattro anni di immobilismo. In un contesto nazionale di (leggera) ricrescita economica avere un’alta tassazione sulle imprese vuol dire distruggere definitivamente il tessuto finanziario della città”.

In “direzione ostinata e contraria” va invece la costruzione del programma di governo pensato per il quinquennio 2016 / 2021 da Abruzzo Civico ed #amoroseto, orientato a “valorizzare i beni dell’ente ed investire sulle imprese e sulle realtà commerciali, creando condizioni ‘de facto’ che possano aiutare gli imprenditori esistenti a Roseto e favorire lo sviluppo di nuove Start Up, facilitando l’ingresso nel mercato imprenditoriale dei giovani ed aiutando chi, a pochi anni dalla pensione, ha un grosso bagaglio esperienziale ma si trova in difficoltà, promuovendo quindi sinergie di alto valore aggiunto”.

“Stiamo lavorando ad un progetto tecnologico, smart e di integrazione sociale che sarà uno dei fiori all’occhiello del nostro programma” conclude la nota “poichè siamo convinti che solo investendo pesantemente nella città e nella valorizzazione del suo know how si possano creare le condizioni giuste per affrontare al meglio il futuro di Roseto”.
Riguardo gli articoli apparsi oggi su diversi media locali riguardanti la pressione fiscale che, secondo lo studio di CNA nazionale dal titolo “Comune che vai tassa che trovi”, vedrebbe le imprese rosetane tra le più penalizzate in Abruzzo, il Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Enio Pavone, chiede a chi ha redatto questa classifica di conoscere gli elementi, i dati oggettivi, le tipologie di imposte e le tasse prese in esame perché “riteniamo che si sia fatta abbastanza confusione tra le imposte che le imprese pagano allo Stato, e che costituiscono gran parte dell’imposizione fiscale, e i tributi comunali che questa Amministrazione, sin dal suo insediamento nel 2011, non ha mai incrementato, IMU a parte, visto che si tratta di un’imposta nata negli ultimi anni e di cui una cospicua parte torna allo Stato centrale”.

“Pertanto – conclude il primo cittadino rosetano – prima di potermi esprimere in maniera compiuta sulla questione chiedo alla CNA nazionale di diffondere i dettagli della suddetta indagine e, una volta ottenuti, mi dichiaro pronto ad un incontro pubblico su questi temi perché ritengo che far uscire dei numeri in cui si parla di un incremento del 70% delle imposizioni alle imprese, dal 2011 a oggi, sia totalmente falso e privo di ogni fondamento”.

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