Teramo, M5S: “Come si tutela il patrimonio archeologico cittadino?”

“La gestione del patrimonio archeologico teramano è vergognosa”. Ad affermarlo è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Berardini, che condanna senza scuse l’operato dell’attuale amministrazione, rea di lasciare “all’abbandono le ricchezze archeologiche” teramane. E proprio in occasione della Coppa Interamnia, quando cioè notoriamente l’afflusso turistico della città è maggiore, per Berardini Teramo esprime la sua pochezza, nonostante il doppio richiamo ricevuto dalla Sorpintendenza archeologica che ha sollecitato il Comune a prendere provvedimenti.

“L’amministrazione comunale riesce ad ottenere dalla Regione milioni di euro per il restauro del castello della Monica, per l’abbattimento di palazzo Adamoli”, scrive il consigliere, “ma non riesce a trovare poche decine di migliaia di euro per restaurare e valorizzare i siti archeologici di Piazza Sant’Anna, la Domus di Bacco, che il Comune rifiuta da tempo di prendersi in carico, gli scavi di Porta Madonna, la Domus di Porta Carrese, la necropoli monumentale di Ponte Messato, il tempio della Cona, abbandonato a sé stesso senza che nessuno lo prenda in carico”.

Inoltre per Berardini la segnaletica turistica è quasi del tutto assente ed anche all’interno degli scavi è assai obsoleta. “Il turista che avesse la fortuna di prenotare una visita nelle aree ancora accessibili”, aggiunge Berardini, “si ritroverebbe davanti a uno spettacolo indecoroso, vedrebbe solo erbacce e ruderi polverosi e non riuscirebbe nemmeno con l’aiuto della guida a comprendere la bellezza e l’importanza dei resti antichi. Il museo, oltre ad essere bisognoso d’interventi urgenti di restauro, ha una parte degli allestimenti che è ormai obsoleta e degradata, il visitatore che entra in questi spazi espositivi trova vetrine buie, pannelli e cartelli con poche informazioni e non viene quindi aiutato a comprendere l’importanza storica dei reperti esposti”.

Per il consigliere pentastellato, dunque, occorre rivedere la gestione delle risorse del personale museale proposta dall’amministrazione, che appare non funzionale e “tesa ad accontentare i bisogni dell’ennesima cooperativa, la quale potrebbe poi portare voti utili”, privilegiando invece leprofessionalità locali preparate e capaci di valorizzare la meglio le ricchezze del patrimonio artistico cittadino.

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