Teramo, multe Ztl. Di Pasquale (Pd): “Il sindaco faccia il sindaco e non il giurista”

Non ci sta la consigliera comunale del Pd Manola Di Pasquale ad accettare le giustificazioni del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, riguardo alle multe elevate per l’accesso alla zona a traffico limitato che ha creato non pochi problemi a numerosi cittadini teramani e non solo.

Innanzi tutto, sulla diatriba dei numeri (14mila secondo la consigliera, 5mila per il sindaco), la Di Pasquale conferma che il dato le è stato fornito dalla stessa Polizia Municipale teramana. Inoltre, come ha voluto sottolineare la consigliera, “il sindaco deve fare il sindaco e non il giurista e si sarebbe dovuto porre il problema quando ha visto un numero così elevato di contravvenzioni, perchè non è possibile pensare che a Teramo vogliano fare tutti i ‘furbetti’”.

Inoltre ha annunciato la pubblicazione sul proprio profilo Facebook del fac-simile del ricorso, con tutti gli allegati necessari, che potrà essere utilizzato da coloro che hanno ricevuto le multe, da presentare al giudice di pace. Inoltre a giorni, verrà avviata anche una sottoscrizione per effettuare un ricorso d’ufficio, in modo da sospendere il pagamento delle contravvenzioni già elevate ed eventualmente vagliare poi ogni singola posizione.
“Quello delle multe”, continua la Di Pasquale, “sembra ricordare il pasticciaccio commesso dal Comune di Teramo sui passi carrabili. Inoltre è grave che non sia stato previsto l’uso delle autorizzazioni cartacee per gli invalidi che non vengono viste dalle telecamere”.

La Di Pasquale ha, quindi, ribadito che l’errore compiuto dall’amministrazione è stato commesso su due fronti: i tempi troppo ristretti da una parte, visto che dalla scadenza dei termini per la richiesta dei permessi all’introduzione del nuovo sistema non sono passate neanche 24 ore, e una non sufficiente comunicazione del nuovo regolamento ai cittadini dall’altra.

“Molti automobilisti sono stati tratti in errore”, ha aggiunto la consigliera, “e la mancanza di una cartellonistica adeguata, così come prevede la legge dell’8 aprile 2010 che prescrive un consenso minimale con l’affissione del simbolo della telecamera o l’uso degli stessi strumenti di informazione usati per il controllo elettronico della velocità, hanno indotto in tanti a sbagliare. E’ evidente che ci sia stato da parte dell’amministrazione un errore di comunicazione. Ora però, annulliamo le multe e si metta riparo agli sbagli commessi”.

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