Corropoli fuori dal Progetto Paride, opposizione mette in guardia sui rischi

Corropoli. Fuori dal Progetto Paride, legato all’efficienza energetica e alla pubblica illuminazione, al pari di altri comuni.

 

 

Nella seduta di ieri, del consiglio comunale di Corropoli, la maggioranza consiliare, guidata dal sindaco Umberto D’Annuntiis,  ha approvato la delibera con la quale l’ente ha deciso di uscire dal progetto europeo veicolato dalla Provincia di Teramo.

 

I consiglieri comunali di minoranza (Luigia Fabiano, Giada Di Pietro, Stefano Rapali, Claudio Reginelli, però, hanno votato contro al provvedimento, rappresentando tutte le proprie perplessità in una lunga nota.

 

“Riteniamo l’ipotesi di uscire dal progetto Paride pericolosa, avventuriera, ed in contrasto con le norme di buon senso legate ad una pubblica amministrazione comunale”, si legge, ” trasparente che fa l’interesse dei cittadini. Fare parte del progetto significa avere forza contrattuale nell’acquisto dei materiali, della fornitura elettrica, dei servizi di manutenzione successivi, poiché il consorzio dei comuni del progetto Paride è a tutti gli effetti anche un Gruppo di acquisto. Dubitiamo che uscendo dal progetto Paride oggi, proprio oggi che la Provincia ha pubblicato il bando di gara per l’affidamento del servizio, possa consentire al nostro Ente di recuperare tempo nel realizzare un nuovo progetto prima che venga eseguito quello che la Provincia di Teramo sta appaltando.
In sostanza si stanno buttando dalla finestra i finanziamenti ottenuti e, si dovranno pagare delle penali e si perderanno anni di studio, di rilevazione, per andare verso una progettazione autonoma, completamente slegata da un disegno più grande e generale che aveva visto la provincia di Teramo un esempio virtuoso di progettazione comune al servizio dei cittadini.

 

 

 

Infine il comune di Corropoli uscendo, si prende la responsabilità di contravvenire ad un patto sottoscritto con altri comuni e la Provincia di Teramo, a cui erano seguiti atti ufficiali trasmessi all’Unione Europea, con il serio rischio che se non si raggiunga una quota minima di aderenti ad ogni ATS, potrebbe saltare l’intero affidamento dei lavori, anche a scapito degli altri comuni aderenti, che potrebbero intentare causa al nostro Ente se riscontrassero una lesione dei propri diritti ed interessi legittimi.

Interesse legittimo che la stessa provincia di Teramo ha dichiarato di voler difendere e far valere, con lettera scritta ai comuni aderenti ed in procinto di recesso, nel caso in cui venisse a mancare l’intero finanziamento europeo”.

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