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Rifondazione Comunista ricorda la liberazione di Teramo dal nazifascismo

Il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ricorda la Liberazione di Teramo dal nazifascismo avvenuta il 14 giugno 1944, a perenne ricordo dei martiri della resistenza e dei combattenti partigiani.

 

“Anche in occasione del 77° anniversario della Liberazione della nostra città dall’infame regime nazifascista riteniamo doveroso rendere omaggio a tutte/i le/i partigiane/i teramane/i, alle tante vittime antifasciste, agli eroi di Bosco Martese e a quanti animarono la lotta di liberazione in Provincia di Teramo, Medaglia d’Oro della Resistenza”, esordisce Mirko De Berardinis, Segretario cittadino PRC – SE Teramo.

“Da comunisti non possiamo esimerci dal ricordare questa data fondamentale per la storia della nostra città, che meriterebbe attenzione ed impegno anche da parte dell’Amministrazione comunale, del Consiglio e delle altre istituzioni. È un dovere civico e morale celebrare degnamente il giorno in cui Teramo ha riconquistato la libertà dopo la sanguinaria dittatura fascista, onorando i caduti, i protagonisti e i luoghi della Liberazione, come monito collettivo presente e futuro, per trasmettere i valori democratici ed antifascisti alle nuove generazioni e all’intera cittadinanza.
Ricordiamo le donne e gli uomini che anche a Teramo subirono per oltre un ventennio la violenza e l’odio del regime mussoliniano con il carcere, il confino, persecuzioni e abusi di ogni tipo e non possiamo dimenticare gli eventi che la nostra città visse in quei momenti di 77 anni fa. Il 13 giugno 1944, ultimo giorno dell’occupazione nazifascista, le truppe tedesche si ritiravano verso nord con ogni tipo di automezzi, veicoli e carri requisiti ovunque. Le automobili di cui non potevano servirsi perché inefficienti, venivano rese inservibili rompendo il motore. Pattuglie di tedeschi armati di bastoni e mazze di ferro andavano a caccia di laboratori di fabbri e falegnami per sequestrare attrezzi e danneggiare tutto. Entrando nelle case dei teramani rapinavano oggetti, orologi, biciclette. I reparti guastatori tedeschi minarono e distrussero l’officina meccanica di Adone Di Teodoro, i macchinari del mulino Palumbo, la fabbrica di ghiaccio e gassosa Gavini e il pastificio D’Antonio. Furono completamente distrutte con ordigni l’unica sala operatoria dell’Ospedale civile di Teramo, la centrale telefonica provinciale e le sale del cinema Apollo”.

E ancora: “I nazisti per isolare la nostra città fecero saltare in aria il ponte di Fiumicino e minarono i due ponti, stradale e ferroviario di Cartecchio e quelli di Porta Romana e Viale Bovio. Riempirono di esplosivi anche l’intero Ponte San Ferdinando che collegava la città alla stazione ferroviaria. Ma nottetempo un gruppo di valorosi partigiani teramani, tra cui l’eroico Salvatore Tirabovi, riuscì a salvare quest’ultima arteria, disinnescando le cariche esplosive. Poche ore dopo in quegli stessi luoghi la rabbia nazifascista si accanì con feroce rappresaglia contro alcuni giovani teramani, catturati tra la caserma Mezzacapo e la caserma Rossi, e poi barbaramente fucilati. Caddero sotto i colpi del mitra, nei pressi del Santuario della Madonna della Grazie, otto vittime civili: Bruno Chiavone, 20 anni; Antonio Cipro, 16 anni; Antonio Di Bernardo, 46 anni; Mauro D’Intino, 22 anni; Carlo Durante, 16 anni; Luigi Marcozzi, 48 anni; Amedeo Parabella, 33 anni ed Aldo Quarchioni, 15 anni”.

“Il 14 giugno 1944 un folto gruppo di antifascisti composto dai rappresentanti delle forze politiche socialiste, comuniste, democristiane ed azioniste, insediò al municipio di Teramo il primo Comitato Provinciale di Liberazione proclamando la fine dell’occupazione nazifascista. Il 15 giugno i primi nuclei partigiani entrarono in città diretti dal gappista Vincenzo Masignà. La numerosa formazione di Felice Rodomonti occupò la regia questura. Il 16 giugno la folla accolse la formazione di Armando Ammazzalorso, composta anche da militari stranieri, slavi, inglesi e americani che occupò il palazzo della Prefettura. Dal balcone dell’edificio il comandante Ammazzalorso annunciò la fine del nazifascismo e l’insediamento del Comitato di Liberazione per l’amministrazione del territorio della provincia teramana. Il 17 giugno entrarono a Teramo il quinto corpo d’armata britannico e l’esercito polacco che apprezzarono il lavoro svolto con responsabilità delle forze politiche democratiche che avevano già costituito un governo provvisorio della città, con il sostegno delle formazioni partigiane, per il mantenimento dell’ordine pubblico prima ancora dell’arrivo delle forze alleate. Ora e sempre Resistenza. Viva la Liberazione di Teramo dal nazifascismo!”.