Premio Di Venanzo: l’Esposimetro d’Oro va a Pawel Edelman per il film straniero ‘Quello che non so di lei’

La giuria della 23^ edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo, presieduta dal Presidente Stefano Masi, critico e saggista cinematografico; ha assegnato l’Esposimetro d’Oro per un film straniero, a Pawel Edelman per il film Quello che non so di lei diretto da Roman Polanski.

 

Il film sarà proiettato lunedì prossimo 1 ottobre 2018, alle ore 18.00, presso la sede di Teramo Nostra. Sabato 13 ottobre ottobre 2018 Pawel Edelman sarà a Teramo per ritirare il riconoscimento nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà nel cineteatro Comunale.

La collaborazione con l’85enne regista, iniziata con il pluripremiato Il pianista (2002) e passata poi per Oliver Twist (2005), L’uomo nell’ombra (2010), Carnage (2011), Venere in pelliccia (2013), è arrivata al sesto film firmato e filmato insieme.

Quello che non so di lei (D’après une histoire vraie) è un film del 2017 diretto appunto da Roman Polański e fotografato da Pawel Edelman, con protagoniste Eva Green e Emmanuelle Seigner. Il film è basato sul romanzo Da una storia vera di Delphine de Vigan.
Trama: Delphine (Seigner) è una scrittrice che ha raggiunto il successo con il suo primo romanzo, incentrato sulla figura di sua madre. Ella tuttavia inizia a ricevere delle lettere anonime che l’accusano di aver esposto pubblicamente la propria famiglia. Colpita dal “blocco dello scrittore”, Delphine incontra ed inizia una relazione con la misteriosa Lei (Green), una giovane donna seducente e spontanea che sembra conoscere Delphine meglio di chiunque altro.

Il film è stato presentato in anteprima, fuori concorso, al Festival di Cannes 2017.
È stato distribuito in Francia dal 1º novembre 2017, mentre nelle sale italiane è stato distribuito dal 1º marzo 2018.

Pawel Edelman, Autore della fotografia cinematografica polacco, nato a Lodz il 26 giugno 1958, è ormai annoverato, come scrive Masi nel suo Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, “tra i più vigorosi talenti artistici emersi nel ricco bacino dell’Europa orientale”.

“Ora lo conosco molto bene e so esattamente qual è la mia posizione durante le riprese, qual è il mio posto”, dice il direttore della fotografia polacco del suo lavoro con  Polanski. “Mi sento completamente libero di creare le luci – questo è l’ambito in cui ho spazio di manovra è molto ampio. Tutto il resto – la posizione della macchina da presa, dove si posizionano gli attori nell’inquadratura, etc. –  questo è il suo lavoro. Per me è importante, quando accetto un progetto, fare un lavoro che sia completamente al servizio del film, che racconti la sua storia”.

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