Notaresco, mostra Sacrum: venerazione e culto delle raffigurazioni sacre

Notaresco. Venerdì 19 luglio alle ore 19,30 si terrà l’inaugurazione della Mostra “Sacrum – Venerazione e culto delle raffigurazioni sacre”, nella Sala Consiliare del comune di Notaresco.

La preziosa esposizione di opere di pittura e scultura risalenti dal XIV al XVIII secolo, allestita e curata dall’architetto Marco Vinicio Zonin, verrà presentata e illustrata, nei più significativi contenuti, da Loris Di Giovanni.

La manifestazione, che proseguirà nei giorni 20 e 21 luglio, ha ottenuto i riconoscimenti dell’Alto Patrocinio della Regione Abruzzo, della Provincia di Teramo e del Comune di Notaresco. Un’affascinante esposizione di importanti opere d’Arte Cristiana che coinvolgerà i visitatori in un ideale viaggio temporale dove la bellezza divina troverà una meravigliosa interpretazione nelle opere dell’uomo. Una sintesi che attraversa anni di arte e propone una documentazione essenziale sul rapporto fra cristianesimo e bellezza; i protagonisti interpreti di questo binomio sono i vari artisti scultori, pittori, ceramisti, etc. impegnati a tradurre il messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, rendendo percepibile, ai nostri sensi, il mondo invisibile. Sculture e dipinti, che fin dalla loro realizzazione, hanno comunicato con tutti, anche coi più semplici o indifferenti, e rappresentato strumenti per creare nuove culture e nuove visioni del mondo; opere che hanno fornito un deciso potere di convincimento.

Dal titolo della Mostra (Sacrum), nel mondo ebraico, greco e latino il concetto di “sacro” indicava qualcosa di “separato”, quasi non identificabile, di totalmente distante dall’uomo e riconoscibile nella sfera del divino. Nella civiltà occidentale, come in ogni cultura storica, le origini dell’arte sono collegate al sacro: ai riti collettivi, alla fede personale, alle pratiche di devozione e alle esperienze mistiche. La sacralità non si è mai manifestata come qualcosa di morale ma come una qualità che permeava chi entrava in contatto con Dio. Uno dei propositi della Mostra è sì quello di parlare d’arte, alla luce del godimento e della concezione della bellezza come aspetto costitutivo, perciò ontologico e comprensibile attraverso l’occhio e l’intelletto, ma anche quello di porre attenzione sulla centralità delle raffigurazioni sacre nell’esperienza religiosa, sulla loro forza spirituale e capacità comunicativa, evocativa e persuasiva, che conserva viva e profonda memoria in quella triade funzionale sintetizzata dal religioso, teologo e filosofo domenicano San Tommaso d’Aquino che, riguardo l’istituzione delle immagini nella Chiesa, deve soddisfare tre funzioni: la funzione istruttiva, la funzione rammemorativa e la funzione emozionale. Tommaso d’Aquino preciserà, a proposito di Nicea, che c’era una triplice ragione per l’istituzione delle immagini nella Chiesa: la prima per l’istruzione degli uomini rozzi, che in tal modo vengono ammaestrati come se esse fossero dei libri; la seconda, perché restasse nella nostra memoria più impresso il mistero dell’Incarnazione e gli esempi dei Santi, in quanto ogni giorno vengono rappresentati davanti ai nostri occhi; la terza, per stimolare l’effetto della devozione, che viene suscitato con più efficacia delle cose che vediamo che da quelle che ascoltiamo.

L’arte sacra è maggiormente comprensibile del testo; naturalmente, il testo ha una specificità che l’arte non può sostituire, ma l’artista può aiutare a rendere maggiormente comprensibile il messaggio racchiuso nel testo sacro. La preziosa esposizione di opere di pittura e scultura è stata vivacemente supportata dalla Pro Loco di Notaresco, associazione da tempo sensibile alla promozione dei temi culturali e all’arte, e dalla dinamica Consigliera Micaela Savini, che presenterà l’Evento voluto dal Comune di Notaresco.

Il nostro Paese presenta una multiforme diffusione e stratificazione del patrimonio storico-artistico che non ha pari al mondo. Gran parte di questa immensa e preziosa bellezza è sbocciata dall’esperienza della fede; uno scrigno colmo di meraviglie dal valore inestimabile, frutto di una profonda e florida relazione intercorsa per secoli tra Chiesa, artisti, società e cultura. Le arti figurative, come la scultura e la pittura, hanno concorso nei secoli a rendere tangibili ai fedeli le realtà invisibili, con lo scopo di favorire il culto e le pratiche devozionali. Pittura e Scultura, dapprima (Medioevo) erano considerate arti meccaniche (‘arti di mestiere’ ovvero arti che implicano il lavoro manuale), distinte dalle arti liberali (degli uomini ‘liberi’, ovvero le arti teoriche che non implicano un lavoro fisico come la poesia, la filosofia, la matematica etc.). Distinzione che il Rinascimento ha mostrato di superare; l’autentica arte implica la liberalità della conoscenza e la meccanicità (ovvero la praticità effettiva) della produzione. Dunque, per certi versi supera tale separazione o meglio la integra organicamente. Queste espressioni e pratiche artistiche, o meglio gli artisti che le interpretano, hanno costantemente prestato la loro opera per attirare le menti e i cuori verso Dio. La Chiesa ha sempre favorito le arti in ogni loro manifestazione, preziosi frutti dell’ingegno umano, ed ha sempre ricercato e promosso il loro nobile servizio, specialmente per far sì che le cose appartenenti al culto sacro risaltassero per dignità, decoro e bellezza, e fungessero come segni e simboli delle realtà soprannaturali… Attraversando i secoli, l’uomo ha sempre valorizzato l’uso delle immagini con crescente interesse al fine di educare e educarsi alla conoscenza del vero e del bello. Nella Chiesa cattolica l’uso delle immagini e delle statue è connesso in gran parte con la pratica della venerazione dei Santi. Venerazione significa sentimento di grande riverenza, rispetto, stima. Nella pietà religiosa cristiana vuol dire osservare particolare rispetto ai Santi, ai Servi di Dio e ai Venerabili. Per estensione, venerare e venerazione può significare anche adorazione, manifestazione di culto dovuto a Dio. La pratica della venerazione sta nel ricordo, nell’elogio e nell’imitazione di coloro che hanno preceduto nella fede e si sono distinti nella pratica delle virtù cristiane.

 

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