Alessandra Angelucci presenta l’ultimo libro nella ‘sua’ Mosciano

Mosciano. Alessandra Angelucci, giornalista e scrittrice, si è già fatta apprezzare in tanti appuntamenti dedicati alla letteratura e alla poesia con la sua terza pubblicazione poetica “La pazienza dei melograni”, edita da Controluna (68 liriche).

Stavolta sarà il paese di Mosciano Sant’Angelo ad accogliere l’autrice che a Mosciano è cresciuta e vissuta per tanti anni. L’appuntamento è per martedì 9 luglio, alle 18.30, nella Sala Consiliare del Comune (Piazza IV Novembre). Oltre ad Alessandra, che dice di amare profondamente Mosciano perché vi riconosce le sue radici e i ricordi più belli legati all’infanzia, interverrà l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Giuliano Galiffi e del Vice Sindaco Luca Lattanzi. A presentare la scrittrice e la silloge poetica sarà Antimo Amore, giornalista RAI.

La pazienza dei melograni (68 liriche) è la raccolta poetica che l’autrice pubblica con la casa editrice nazionale Controluna, diretta dal poeta contemporaneo Michele Caccamo. Un nuovo esordio, per Alessandra Angelucci, che negli anni si è fatta apprezzare nel mondo artistico come critico d’arte, scrivendo per Exibart, quotidiani e riviste di settore, riconoscendo però nel verso poetico il tessuto privilegiato attraverso cui comunicare il suo sentire.

In questo libro, l’autrice auspica un tempo nuovo, fatto di pazienza e cura nella scelta. Sembra fuggire la voracità del contemporaneo che tutto ingloba, il suo sguardo sul mondo si affaccia delicato e allo stesso tempo severo. Non c’è più spazio per la menzogna e la falsità, per l’ipocrisia che lima i coltelli della «trincea dei peccati». Un animo, quello dell’autrice, che si interroga sulla durezza dell’esistenza – «Come te lo dico che la vita è un soffio» – per aprire poi una riflessione senza filtri su ciò che l’uomo ricerca: «Qual è la vera portata della libertà?/Potremmo chiederlo alle gazze sul crinale/ delle tentazioni e aprire anche noi le ali/ per vedere poi fino a quanto dura». Uno scavo che continua fra le ombre dell’esistenza, che denuncia «il buio» che «i ragazzi conoscono presto» perché «non si denuncia più il lerciume che qualcuno ha prodotto». E allora di cosa abbiamo bisogno? Quale soluzione per riappropriarci di quella serenità che l’autrice ritrova fra lo «spiluccare dei melograni»? Probabilmente, bisogna soffermarsi fra le sillabe della lirica che accarezza la purezza dei bambini, parte importante della vita dell’autrice: «Comincia tutto da qui/ dall’ultimo gradino aperto sul paradiso/ quando spingersi in avanti somiglia/ alla danza delle altalene/ La rincorsa la insegnano i bambini/ poco prima dei tuffi/ poco dopo lo spavento[…]».

Un’opera, quella di Alessandra Angelucci, in cui si afferma una distanza rispetto agli scritti precedenti, un tessuto nuovo, fatto di impegno sociale e civile, in cui le parole dei versi si accompagnano alle azioni concrete mosse da Alessandra nella vita di tutti i giorni come docente e come collaboratrice del Premio Nazionale Paolo Borsellino, nella difesa dei valori della legalità.

Foto Assunta Nespoli

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