Torre Cerrano simbolo di pace

da destra Marucci Johnny DOrazio Aretusi 2Pineto. Torre Cerrano simbolo di pace nella marcia di Johnny Mpalizia che ieri ha fatto tappa al fortilizio. Un cammino testimonianza intrapreso da Johnny quattro anni fa da Santiago (Cile) per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto i giovani sul dramma dimenticato che vive il popolo congolese: una guerra economica che dura da circa vent’anni, che ha causato 8 milioni di vittime e 4 milioni di donne violentate.

Dietro l’eterno conflitto c’è un minerale che si chiama coltan, un semiconduttore dal potenziale economico strategico, perché il tantalio che contiene è indispensabile all’industria aeronautica, aerospaziale e della difesa e che inoltre permette di miniaturizzare gli strumenti tecnologici come ad esempio i telefonini: l’80% di questo minerale arriva dal Congo!

Ad accogliere Johnny alla Torre c’era anche il Presidente Benigno D’Orazio, che gli ha manifestato la sua vicinanza e lo ha invitato a tornare per parlare di pace agli studenti. Johnny 45 anni, ingegnere informatico, nato a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo ma cittadino italiano da 21 anni, vive a Reggio Emilia dove lavorava presso il Comune. Quattro anni fa decide di rinunciare alla sua occupazione, che gli permetteva di guadagnare  bene, per compiere la sua missione di pace: “Pace in generale – ha detto Johnny – un contenitore in cui tutti dobbiamo mettere un qualcosa ed io chiedo la tracciabilità delle materie prime, che può essere qualcosa da mettere in quel contenitore; chiedo la conversione delle industrie di armi a qualcosa di più utile”. La marcia di Johnny, rigorosamente a piedi, proseguirà verso Pescara, Chieti, L’Aquila e poi attraverso 2.500 chilometri giungerà a Reggio Calabria nel mese di novembre. Tra gennaio e marzo 2015 Johnny tornerà alla Torre e in collaborazione con il Comune di Pineto incontrerà le scuole perché ha ritenuto il luogo ambiente ideale per parlare di pace.

Ma ieri alla Torre c’è stata anche la visita di un altro personaggio: Virginia Marucci, nipote di don Tito e ultima abitante della Torre. Ricordando la Madonnina collocata all’ingresso quando lei era ragazza, ha molto apprezzato il fatto che ne sia stata posizionata una simile nel giardino del fortilizio. Nel ripercorrere i posti a lei cari, la signora Marucci ha raccontato aneddoti e descritto un’insolita torre, residenza di famiglia e luogo della quotidianità, prima di essere acquistata dalla Provincia di Teramo nel 1982 e poi, con l’apertura dei cancelli nel 2010 ad opera dell’Area marina protetta, simbolo della Costa abruzzese e patrimonio di tutti.

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