Giulianova, gran successo per “Tesori di Fattoria”

olio_tesori_fattoriaGiulianova. Si è chiusa ieri la 12° edizione de “Tesori di Fattoria”, manifestazione organizzata e ideata dalla CIA di Teramo, che anche quest’anno ha coinvolto le eccellenze dell’Abruzzo.

Oltre 20mila le presenze di questa edizione durante la quale è stata riproposta la sfilata dei trattori d’epoca, che hanno invaso il lungomare di Giulianova per un intero giorno. Si è tenuta inoltre la premiazione del 7° Premio “Massimo Cerasi” per la migliore tesi presentata nella Facoltà di Agraria di Teramo, 2012/2013. Ad essere premiati sono stati Erica Filipponi, per la sezione Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari, con la tesi: “Composizione e funzionalità tecnologica di cereali abruzzesi ”; Federica Fagnani, per la sezione Laurea in Viticoltura ed Enologia, con la tesi: “influenza di lieviti starter autoctoni per la produzione di Montepulciano d’Abruzzo”; Diego Innocenzi, per la sezione Laurea in Scienze e Tecnologia Alimentari triennale, con la tesi: Determinazione simultanea di composti ad attività antiossidante in campioni di olio di oliva per mezzo di un sensore voltometrico.

Parallelamente alla manifestazione è nata la rassegna dei cori folklorisitici, a cui quest’anno hanno preso parte “La Nuova compagnia di Canto giuliese” di Giulianova, “Selva in Folk” di Mosciano Sant’Angelo e i “I Caferza” della Corale Braga di Giulianova. Anche per i più golosi è stata riproposto il ristorante all’aperto, in Piazza Dalmazia è stato allestito il ristorante in collaborazione con il L’azienda agricola San Lorenzo e il mercato contadino. Sono stati serviti alcuni dei piatti tipici della cucina teramana.

Tre le serate dedicate invece al Laboratorio del gusto, che ha vantato una partecipazione oltre ogni aspettativa. Due incontri sono stati dedicati al vino e una all’olio extra vergine di oliva.

Proiezione su mega schermo, infine, della Mostra fotografica del mondo contadino di Luigi Sbei, con foto d’epoca della vita contadina teramana per non dimenticare la fatica e l’importanza dell’agricoltura che ha avuto nel passato e che rappresenta il presente.

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