Atri, la storia della liquirizia diventa un ‘Museo’

Atri. Dopo il successo dell’evento tenutosi lo scorso gennaio dal titolo “L’oro nero d’Abruzzo, la liquirizia di Atri”, frutto del lungimirante progetto culturale curato da Adriano De Ascentiis, direttore dell’Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri”, l’amministrazione comunale nella persona dell’Assessore alla Cultura Domenico Felicione in data odierna al Consiglio Comunale ha annunciato l’intenzione di realizzare un Museo, in alcune stanze delle Scuderie Ducali, interamente dedicato alla liquirizia per dare lustro a questa tipicità locale, dalla radice alle tradizioni storiche e antropologiche sino ai più curiosi utensili e antiche tecniche di lavorazione.

Una tradizione quella della liquirizia che ha connotato da tempo il territorio, affermandosi in maniera incisiva grazie alla famiglia De Rosa, cambiando in poco tempo il volto della città e del territorio abruzzese sin dall’epoca dell’antico Regno di Napoli, trovando successivamente eco nella produzione industriale con la nota Menozzi ed altri pionieri del tempo.

A ripercorrere tutto il trascorso, dall’antichità classica ad oggi, sono state le numerose ricerche storiche che hanno accompagnato la vicenda sino alla Grande Guerra, rivelando dati, fatti ed episodi del tutto sorprendenti che saranno presto illustrati insieme alle ultime ed esclusive novità emerse, dal dott. Adriano De Ascentiis in occasione del Cafè Scientifique di giovedì 11 Maggio presso Teatro Cafè ‘900, annesso all’ottocentesco teatro comunale della città ducale. Interessantissime risultanze frutto di ricerche archivistiche e orali svolte in un anno di lavoro e sopralluoghi che hanno condotto la ricerca fino alla Calabria e che presto potremmo ripercorrere attraverso l’allestimento museale.

Il Museo, spiega l’assessore Felicione, si aprirà come una splendida vetrina culturale su una città dalle antiche vestigia, raccontandosi attraverso storie di lavoro, cultura e tradizioni, intriganti scambi epistolari di ingegneri in fuga durante le guerre, antichi attrezzi per la lavorazione, timbri di fabbrica e tante altre curiosità dettate dalla natura della piantagione spontanea nel territorio. Il tutto in collaborazione con la famiglia Menozzi.

Come ogni anno si intende riportare alla luce quelle che sono le eccellenze enogastronomiche locali, il recupero della razza avicola “gallina nera”, il progetto “pecorino”, la glycerhiza glabra L. nota come liquirizia, con l’intento di valorizzare e dare giusto merito all’antica città di Hatria dal punto di vista culturale e scientifico, recuperando antichi edifici storici così come è stato anche per l’antica Filanda Fioranelli inaugurata per l’occasione delle Giornate del FAI di Primavera del 2015.

L’amministrazione ha rivolto l’invito ai consiglieri comunali e a tutta la cittadinanza che volesse partecipare a collaborare inviando materiale di archivio e foto storiche.

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