Teramo, chiusura Officine: al via la campagna di sensibilizzazione “Io non tremo”

Richiesta di poter avere un “diritto di cittadinanza in una città ogni giorno più irriconoscibile e irrilevante nel panorama regionale e provinciale. A dieci anni dalla sua fondazione, il circolo Arci Circolo Officine Indipendenti, con i suoi oltre 1200 iscritti, dopo aver ricevuto l’ordinanza di sgombero lo scorso 17 marzo, avvia la campagna di sensibilizzazione “Io non Tremo” per riaffermare l’importanza dei luoghi di socializzazione e di creatività chiamando a raccolta altri promotori sociali per costruire l’alternativa culturale per una rigenerazione urbana ma soprattutto sociale.

“Ad un mese dalla chiusura”, dice Giorgio Giannella, presidente, provinciale Arci Teramo, “non abbiamo ancora alcuna indicazione sulle prospettive future del destino della nostra sede autogestita senza alcun finanziamento pubblico. Sette anni di autodeterminazione cancellati tramite un ‘Modello Fast’ che indica un parere generico di non utilizzabilità del palazzo, senza alcuna spiegazione tecnica. Il cerimoniale della burocrazia a domanda si giustifica dietro prassi, norme, procedure nazionali mentre la città muore”.

Proprio per reagire nel migliore dei modi, Officine Indipendenti non ferma le proprie attività dimostrando di voler continuare su questa strada. Il primo appuntamento è programmato per il 14 aprile all’Hotel Michelangelo (rifugio di tutte le serate di chiusura di questi anni) dove dalle 21 sarà ospitata la seconda data italiana delle 8 previste del gruppo “Sonic Jesus”.

“Ringraziamo la sezione del Wwf di Teramo”, continua Giannella, “che ha messo a disposizione la propria sede per i nostri corsi di Educazione Popolare, il collettivo dei Mozzi di Bordo che ha dovuto sopportare l’annullamento dello “Slainte Irish Fest” di raccolta fondi per Emergency, cosi come i ragazzi dell’Indievisibile Festival di Ancarano, parte della Rete dei Festival Indipendenti Teramani dell’Arci Teramo. Ci permettiamo di citare chi ha sperimentato condizioni ancora peggiori, il Collettivo 3 e 32 – Casematte de l’Aquila “dove c’è vita, vitalità e partecipazione c’è anche ricostruzione”.

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