Nereto, in sala Allende la presentazione de “L’amore è un cerchio”

Nereto. Domenica 26 marzo, alle ore 17, a Nereto, nella Sala Allende, si terrà la presentazione de L’amore è un cerchio, romanzo storico della scrittrice neretese Coralba Capuani, edito dalla Parallelo45 edizioni, piccola realtà editoriale piacentina. Alla manifestazione interverranno Tito Rubini che dialogherà con l’autrice, mentre le letture di alcuni estratti saranno a cura di Gabriella di Gaetano.

L’iniziativa, sostenuta dal comune di Nereto, si propone di promuovere in modo concreto la cultura in ogni sua espressione, riallacciandosi idealmente anche con il progetto “TempoLibro”, manifestazione dedicata alla promozione degli autori locali e delle case editrici minori e che, nel 2017, è alla sua terza edizione.
Ed è proprio la riscoperta di realtà considerate, a torto, “minori” che il romanzo si propone di mettere in luce attraverso il racconto delle vicende di una famiglia alto borghese ripercorrendo la storia d’Italia: il borgo gentilizio che era ai primi del Novecento Castellammare Adriatico e in cui tre cugine – Matilde, Nina e Maria – conducono una vita spensierata, fatta di frequentazioni a teatro, concerti, e sogni di un futuro roseo.

L’allontanamento per molti anni che le vedrà cambiate, insieme ai vari mutamenti sociali dell’epoca: la nascita di Pescara nel ’27 che ingloberà Castellammare Adriatico, la loro adorata città, la metropoli culturale che era la Napoli degli anni Venti e Trenta e che Matilde sceglierà come città d’elezione, dove vivrà anche la sua tormentata storia d’amore con Emanuele. Ma anche l’avvento del Fascismo, che porterà alla Seconda Guerra Mondiale, e la partenza per il fronte di Giuseppe e del giovane fidanzatino di Lia, nipote di Matilde, che forniranno lo spunto per (ri)scoprire importanti vicende storiche a livello locale sconosciute ai più, ma che meriterebbero, invece, di essere riconsiderate nella giusta luce. Tra gli episodi che l’autrice invita a riscoprire vi è ad esempio la battaglia di Bosco Martese, considerata dagli storici “un esordio clamoroso del movimento partigiano nazionale per via del carattere militare evoluto che la Resistenza acquisterà solo nella fase piena della sua maturità, ponendosi come spartiacque tra la Resistenza anarchica del Sud e quella organizzata, articolata, politica, di alcune regioni del Centro e del Nord”. Ma anche la conquista della piccola cittadina di Ortona, la Stalingrado d’Italia, che verrà contesa palmo a palmo per poi essere dimenticata, o, sarebbe meglio dire, rimossa dalla memoria collettiva.
Una memoria che l’autrice ripercorre attraverso il racconto di piccole vicende quotidiane, passando dalla storia individuale alla Storia, perché, in sostanza, non si può scindere la storia del singolo individuo con la Storia che “è fatta di gente comune e di storie semplici, storie a cui nessuno dà importanza, ma che significano tutto per la vita di una piccola comunità”.

Impostazioni privacy