Teramo, Arcigay contro Brucchi: “Perché generare panico? Nessuno parla di utero in affitto”

Contrarietà con quanto espresso dal primo cittadino teramano nella conferenza del “Comitato dei sindaci a difesa della famiglia” e invito a guardare con “una maggiore e dettagliata conoscenza dei contenuti del ddl Cirinnà, evitando il gioco di chi vuole utilizzare l’arma dell’ignoranza per questioni demagogiche continuando ad ingenerare un clima di confusione ed incertezza”. E’ questo l’invito che l’Arigay Teramo fa a Maurizio Brucchi, reo, secondo l’associazione, di “generare panico, incertezza giuridica” e “cadere clamorosamente nella censura e nella discriminazione” per quanto riguarda il tema dei diritti civili.

Per l’Arcigay, infatti, un buon politico, oltre ad avere lungimiranza per le questioni che riguardano la cosa pubblica e i cittadini, dovrebbe sapersi occupare del presente, senza discriminazioni, “perché OGGI nel paese sono presenti famiglie omogenitoriali, perchè OGGI nel paese sono presenti coppie, sia etero che omosessuali, che non possono assistere il partner in caso di malattia e che non hanno diritti rispetto al patrimonio”.

E oltre ai diritti e doveri delle coppie delle coppie omosessuali che vogliono unirsi civilmente e delle coppie omosessuali ed eterosessuali che non vogliono sposarsi ma solo registrare la propria convivenza, per l’associazione si sta calcando troppo la mano sulla questione dell’utero in affitto che però non viene nemmeno menzionata nel decreto che, invece, parla di stepchild adoption, che “tradotto dall’inglese vuol dire adozione del figliastro”.

“La pratica della stepchild adoption”, spiega l’Arcigay, “non è una prerogativa delle coppie omosessuali. Essa è in vigore in Italia sin dal 1983 per le coppie eterosessuali, e il disegno di legge Cirinnà ne prevede la mera estensione alle famiglie omogenitoriali. Quindi perché calcare la mano sulla tematica ‘utero in affitto’ inesistente nel decreto Cirinnà? Perché generare panico, incertezza giuridica ed infine cadere clamorosamente nella censura e nella discriminazione?”.

L’associazione, inoltre, ricorda come già l’Italia sia stata richiamata dall’Europa per la mancanza di una normativa che tuteli anche le copie di fatto e invita il sindaco teramano a studiare meglio il decreto, per non creare ulteriore confusione da usare in maniera demagogica.

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