Tragedia di Lucignano: l’operaio morto per asfissia da fumo. L’autopsia

Civitella del Tronto. Dritan Cobo, l’operaio albanese che voleva dare fuoco all’intera famiglia a Lucignano, sarebbe morto per le esalazioni causate dall’incendio che aveva appiccato al soggiorno della propria abitazione.

 

In pratica, un’asfissia da fumi. Un aspetto, questo, che sgombra il campo da qualsiasi ipotesi di morte violenta. Sono queste le prime risultanze emerse al termine dell’autopsia effettuata oggi, all’obitorio dell’ospedale di Teramo, sul corpo del 47enne padre di 4 figli. Autopsia disposta dal pm Francesca Zani ed effettuata dal medico legale Cristian D’Ovidio. Risultanze che ora saranno trasmesse al magistrato titolare dell’inchiesta che adotterà i provvedimenti del caso.

 

Va detto che per la vicenda di Lucignano è stato iscritto nel registro degli indagati (come atto dovuto), uno dei figli della vittima, che aveva messo in salvo la famiglia, mentre il padre cercava di sbarrare l’uscio di casa. E la versione di una colluttazione nata in casa, durante la quale il padre era svenuto, era stata raccontata dai familiari ai carabinieri e che, ora alla luce dei primi riscontri dell’autopsia, sembra collimare con la prima ricostruzione.

D’Ovidio ha rilevato segni di colluttazione, ma in misura lieve, e comunque tali da non poter aver causato causato il decesso. Il medico legale, nelle prossime settimane, effettuerà anche gli esami tossicologico e istologico per capire anche in quali condizioni fosse l’operaio al momento della lite in casa.

 

Il figlio della vittima, che poi aveva trascinato il padre nel cortile dove era stato trovato senza vita dai primi soccorritori, è assistito dall’avvocato Nello Di Sabatino, assistito nell’autopsia dal consulente medico, Gina Quaglione.

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