Tortoreto, progetto campus: i dubbi di allora e il pronunciamento del Tar

Tortoreto. Nelle pieghe del dispositivo della giustizia amministrativa si compone, ora in maniera definitiva, un puzzle che si trascinava avanti da anni.

 

E che delle discussioni, anche e soprattutto di ordine politico, le continua a produrre tutt’oggi. La vicenda è arcinota e riguarda il progetto di riqualificazione urbana (Prusst) che prevedeva la cessione in permuta di tutte le aree dove insistono le scuole del Lido (e anche il bocciodromo) e la contestuale realizzazione del campus scolastico nell’area di via Napoli, ora locata al Villaggio Salinello. E quel percorso, che nel 2003, sembrava oramai tracciato tornò in discussione qualche mese più tardi.

 

A scrivere la parola fine sul contenzioso è stato il Tar, con la sentenza della scorsa settimana con la quale è stata rigettata una maxi-richiesta di risarcimento per l’accordo sfumato da parte del gruppo Di Gennaro, ora rappresentato dalla curatela fallimentare. Per il Tar, infatti, la bozza di accordo preliminare, al quale non stato dato seguito con atti deliberativi, non era vincolante per l’Ente.

 

E se da un lato l’idea campus è rimasta solo nell’album delle opere mai decollate, il pronunciamento del Tar offre delle riflessioni di natura politica da parte di chi, in quel frangente, era alla guida dell’Ente. “ Il dispositivo della giustizia amministrativa”, commenta Domenico Di Matteo, sindaco di Tortoreto dal 2004 al 2009, “ certifica che il percorso a suo tempo intrapreso era giusto. Sono sempre stato per la realizzazione di nuove scuole, ma eravamo stati animati dalla volontà di tutelare l’Ente di fronte ad un accordo che non ci convinceva”. All’epoca fu effettuata una nuova valutazione delle aree da cedere in permuta da parte di un ente terzo (Ute di Teramo) e il quadro finanziario mutò di molto. “ Bisognava chiarire tutti i dubbi sull’aspetto finanziario”, prosegue, “ e attraverso la commissione campus fu chiesto alla società un nuovo progetto alla luce delle diverse valutazioni delle aree. Anche in quel caso, però, la commissione giudicò la proposta non congrua e l’accordo non fu mai perfezionato”. Poi il resto è storia recente: dall’impugnativa al Tar per la richiesta del maxi risarcimento e il rigetto del ricorso. Su una cosa, però, Di Matteo torna a pungolare. “Dall’abbandono del Prusst”, prosegue, “ sono passati dodici anni e sul polo scolastico non è stato mosso nessun passo concreto per la sua realizzazione da coloro che si sono alternati alla guida dell’Ente”.

 

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