Tortoreto, inchiesta sulle normative urbanistiche: avvisi di garanzia per 14 ex amministratori

Tortoreto. L’adozione delle modifiche alla normativa urbanistica, condensate in una delibera consiliare, finisce sotto i riflettori della Procura di Teramo.

 

Il tutto nato da un esposto di un privato proprietario di un’area contigua alla vecchia discarica comunale.

Negli ultimi giorni la guardia di finanza di Giulianova (delegata dalla Procura, titolare dell’inchiesta è il sostituito Davide Rosati), ha notificato 14 avvisi di garanzia. Si tratta di una serie di amministratori che sedevano in consiglio comunale nell’ottobre 2012. Giorno nel quale l’assise civica, a maggioranza (10 voti a favore e 4 astensioni), adottò le modifiche alla normativa urbanistica del Comune di Tortoreto. Passaggio in qualche modo propedeutico al varo della variante generale al Prg, che fu licenziata l’anno susccessivo.

 

Negli ultimi giorni, su delega alla procura, sono stati notificati 14 avvisi di garanzia nei confronti degli amministratori di quel periodo (alcuni siedono ancora in consiglio). Che in pratica sono stati informati del fatto che c’è un’indagine in corso e che dovranno nominare i rispettivi legali. Un vero e proprio atto di garanzia notificato ai componenti di quella seduta consiliare: Gino Monti (sindaco dell’epoca), Domenico Piccioni (attuale sindaco di Tortoreto, all’epoca vicesindaco), Giandomenico Pinto (presidente del consiglio comunale), Vito Tartarelli (ex assessore), Alessandra Richi (ex assessore), Renato Chicchirichì (ex assessore), Antonio Di Giovanni, Lanfranco Cardinale, Silvestro De Santis, Lilli Piacentini (consiglieri di quella maggioranza) e 4 consiglieri dell’allora minoranza: Nico Carusi, Mauro Postuma, Sandro Porrea, Enzo Taddeo. Al di fuori dell’indagine della Procura, restano invece l’ex assessore Luigi Ripani e gli ex consiglieri Stefano Lancianese e Rolando Papiri che non presero parte alla votazione.

 

L’esposto. Tutto sembra nascere dall’esposto-denuncia presentato da Emidio Carusi (padre del consigliere comunale Nico, finito a sua volta nell’inchiesta), che lamentava il fatto che un terreno di proprietà attiguo alla discarica aveva subito una sorta di cambio di destinazione d’uso. Da area senza vincoli (che in precedenza era stata in predicato di ospitare un poligono di tiro ad una centrale a biomasse), il terreno, come aveva sostenuto lo stesso Carusi attraverso un’osservazione, era diventata zona verde.

Legata al destino della discarica, che dovrà essere chiusa e bonificata. Insomma, il proprietario dell’area ha lamentato nell’esposto, che la mutazione era stata fatta sottotraccia, con un declassamento e perdita di valore. Inizialmente, da quanto si apprende, l’esposto era stato archiviato. Poi il tutto è stato reiterato e di riflesso la magistratura ha deciso di aprire un’inchiesta che dovrà far luce sulla vicenda. Ovviamente, la delibera in questione, approvata in consiglio comunale dopo una discussione a tratti accesa (come si legge negli atti allegati alla delibera), riguardava l’intera normativa urbanistica e verteva, in primis, sul concetto delle distanze tra gli edifici.

L’apertura dell’inchiesta, naturalmente, consentirà di delineare al meglio la vicenda e verificare eventuali addebiti. Per la cronaca, la variante delle norme urbanistiche in quella occasione (era il 18 ottobre del 2012), fu votata da 10 componenti della maggioranza (due erano assenti), mentre le minoranze (1 assente) si astennero.

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