Tortoreto, dichiarato contumace per un furto ma non lo è. Aperto processo per reato già prescritto

Aveva numerosi alias, ma l’avevano dichiarato irreperibile, e quindi contumace, dopo averlo cercato in riferimento ad un solo nominativo. Di conseguenza, secondo la Corte d’Appello dell’Aquila, la relativa sentenza a suo carico sarebbe stata emessa “sulla base di un’erronea dichiarazione di irreperibilità dell’imputato e di una conseguente erronea dichiarazione di contumacia, le quali hanno comportato una palese ed evidente violazione del diritto di difesa” dell’uomo.

Da qui l’annullamento della stessa sentenza e il rinvio degli atti al Tribunale di Teramo, dove questa mattina si è aperto nuovamente il processo a carico di un 43enne albanese, con i giudici che hanno disposto il rinnovo delle relative notifiche. Nel frattempo, però, il reato si è prescritto, visto che i fatti contestati all’uomo risalgono al 2001.

Il 43enne era inizialmente finito a processo con l’accusa di rapina, con i giudici che gli contestavano di essersi introdotto nell’ abitazione di un imprenditore di Tortoreto e di avergli rubato, dopo averlo narcotizzato, l’auto, il cellulare e 500mila lire. Accusa che gli era costata in primo grado una condanna a 4 anni e 8 mesi, con la sentenza riformata in appello dove i giudici avevano riformulato il reato da rapina a furto e ridotto la pena, sospesa alle condizioni di legge, ad 1 anno e 6 mesi.

Successivamente la stessa Corte d’appello, su istanza del legale dell’uomo, aveva però rimesso nei termini il procedimento, rilevando come non vi fosse la prova del fatto che l’uomo avesse avuto effettiva conoscenza del procedimento a suo carico. Da qui la nuova impugnazione della sentenza di primo grado da parte del legale dell’imputato, con la Corte d’Appello dell’ Aquila che ha annullato la sentenza e rinviato gli atti ai giudici di primo grado.

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