Teramo, sindacato dei medici favorevole al nuovo ospedale: “Scegliere però localizzazione migliore”

Gabriella Marini, segretario aziendale per Teramo dell’Anaao Assomed Abruzzo, interviene sul tema del nuovo ospedale a Teramo.

“Siamo favorevoli alla costruzione di un nuovo ospedale a servizio della popolazione teramana – dice – L’Abruzzo ha bisogno di ospedali all’avanguardia, adeguati ai tempi che viviamo e al futuro della medicina che verrà. Ma devono contare, più che il contenitore, i contenuti: professionisti e tecnologie. Se dovessimo esprimerci su una nuova struttura, vorremmo che fosse ecosostenibile, antisismica, a elevato risparmio energetico e basso costo di gestione, con all’interno servizi come un asilo e una scuola materna e una mensa per dipendenti e ospiti e, all’esterno, parcheggi adeguati e inseriti in aeree verdi, secondo le moderne visioni progettuali e costruttive che armonizzano le strutture alla natura circostante. Bisognerebbe anche prevedere quale sarà la sua vocazione da qui a 10-15 anni, per non rischiare di costruire una struttura già vecchia, e decidere prima quale destinazione dare al vecchio ospedale (e all’area su cui insiste) allo scopo di evitare che faccia la fine dell’ex manicomio, per anni rifugio di gatti e piccioni”.

E ancora: “Per la costruzione dell’ospedale sono disponibili circa 82 milioni di euro, il resto dovrebbe essere finanziato attraverso un project financing, cioè attraverso un privato che s’impegna a costruire parte dell’ospedale e a cui si dovrà garantire il pagamento di un canone per decenni. Dunque, se il canone è troppo elevato, il rischio di un project financing fatto male è sottrarre per lungo tempo fondi all’assistenza. Diciamo questo perché le esperienze con i project in Italia non sono state tutte lusinghiere, basti pensare al Veneto o alla Toscana. Sarebbe dunque importante esperire vie alternative di finanziamento, come ad esempio la possibilità di contrarre mutui con Cassa Depositi e Prestiti o con l’Inail. Se poi è vero che con la nuova manovra economica il Governo ha stanziato circa tre miliardi di euro per l’edilizia ospedaliera, bisognerebbe cercare di attingere anche lì i fondi mancanti. 

Gabriella Marini osserva che “qualora però si dovesse necessariamente ricorrere a un project, sarebbe auspicabile che venisse realizzato da privati esperti nella costruzione di ospedali e di tecnologie sanitarie. Per ciò che riguarda invece i contenuti professionali e tecnologici, questi andrebbero individuati in base alle reali esigenze e potenzialità e integrando i punti di forza ed eccellenza con nuovi percorsi che tengano conto delle realtà sanitarie circostanti e anche di quelle situate fuori provincia. Altrimenti, il rischio è di costruire uno scatolone senza sapere prima come riempirlo e quale sia la migliore localizzazione. L’accessibilità e la posizione, peraltro, sono aspetti fondamentali: l’ospedale deve essere facilmente raggiungibile dagli utenti, per buona parte anziani non autonomi che potrebbero rinunciare alle cure per la difficoltà che hanno a raggiungere le strutture sanitarie, e avere una sede baricentrica rispetto alla medicina territoriale già operante sul territorio”.

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