Teramo, sicurezza sul lavoro. Sindacati: non spegnere i riflettori

I metalmeccanici della provincia di Teramo che lo scorso venerdì hanno aderito alla proposta di FIM CISL e FIOM CGIL di sospendere la produzione per quindici minuti alla fine di ogni turno, sono stati, complessivamente, più di duemila, in rappresentanza di 25 aziende.

 

Tra le maggiori aziende in cui si è raggiunto il 100% dell’adesione vi sono state la Betafence, il gruppo GLM (ex MTA ed ex GLM), la MIVV, la OSLV. Adesione dell’80% è stata raggiunta alla PCM ed alla DATALOGIC.

 

L’obiettivo della fermata era esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime del gravissimo incidente di Milano e sensibilizzare riguardo il tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

In molte aziende l’occasione è stata utile per un confronto ed un approfondimento riguardo questi temi, in particolare rispetto alle tutele legali esistenti, agli strumenti  di protezione ed al loro corretto utilizzo, alle figure preposte al rispetto delle norme ed alla rappresentanza dei lavoratori. Sono state organizzate, inoltre, molte assemblee straordinarie che hanno rappresentato un importante momento di condivisione ed approfondimento.

 

“Solo in alcune realtà, però, hanno aderito all’iniziativa anche le aziende portando il proprio contributo, nonostante gli auspici e gli inviti della vigilia”, si legge in una nota congiunta di  di FIM CISL e FIOM CGIL.

 

Oggi, comunque, non è il momento della polemica o dei bilanci, oggi è il momento di attivarsi valorizzando l’iniziativa di venerdì e rendendola il punto di partenza di un percorso collettivo.

 

Non si può tornare a parlare di sicurezza sul lavoro soltanto al prossimo incidente. Non possiamo aspettare altre vittime: si deve lavorare, da subito, affinché altre vittime non ci siano.

 

Non è possibile far calare il sipario su un tema così importante, ognuno per il proprio ruolo deve assumersi l’impegno di fare della sicurezza un pezzo della propria quotidianità.

 

Tutti siamo chiamati a svolgere il nostro compito: le organizzazione sindacali per quel che compete la denuncia, la proposta, la formazione e l’informazione; le aziende e le associazioni che le rappresentano rispetto all’acquisizione della consapevolezza ed agli investimenti; le istituzioni preposte alla vigilanza; gli organi di informazione alla necessaria ed utile narrazione quotidiana.

 

Solo così potremo sperare che il lavoro continui ad essere un diritto e tornare a casa dopo il lavoro smetta di essere un privilegio”.

 

 

 

 

 

 

 

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