Teramo, in questura il ricorso di Settimio Passamonti

Teramo. In questura la commozione nel ricordare la scomparsa di Settimio Passamtonti.

 

La commemorazione dei 41 anni dalla morte di Settimio Passamonti, martire per la tutela della legalità, originario di Mosciano S.Angelo,  ha visto partecipare, oltre che dipendenti della Polizia di Stato della Provincia, anche la famiglia Passamonti.

 

 

“…Nel pomeriggio del 21 aprile 1977, in Roma, nei pressi della città universitaria, alcuni giovani appartenenti all’area della “Autonomia” aggredirono le Forze di Polizia che, al mattino, avevano realizzato lo sgombero della Università di Roma da essi occupata.

 

Il gruppo di dimostranti fece uso di bottiglie incendiarie ed esplose colpi di arma da fuoco.

Due di questi ferirono a morte l’allievo sottufficiale Settimio Passamonti, componente dei reparti intervenuti per impedire che la manifestazione degenerasse ulteriormente.

Il giorno successivo il governo vietò tutte le manifestazioni nel Lazio per un mese ed il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga annunciò il provvedimento alla stampa dichiarando: “Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana”.

 

Le indagini non portarono alla identificazione dei responsabili e l’assassinio del giovane rimase impunito…”

 

Deposizione di una corona d’alloro, ricordo dei giorni “bui” e della alta figura di Settimio Passamonti  e benedizione della lapide che ne ricorda il sacrificio da Don Enzo Pichelli.

Impostazioni privacy