Teramo, il presidente dei Comitati di quartiere scrive al Sindaco: “Democrazia partecipativa accessibile a tutti”

Il presidente del coordinamento dei Comitati di quartiere di Teramo, Giuliano Lucenti, scrive una lettera aperta al primo cittadino della città, Gianguido D’Alberto.

 

“Caro Gianguido,
prima di accingermi a scriverti questa lettera aperta ho riflettuto molto circa la sua opportunità politica legata ai futuri possibili scenari e destini della nostra città. Detto questo, sono giunto alla conclusione che, specie in questa fase di indispensabile e vero cambiamento nel modo di amministrare Teramo, è doveroso porre alla tua attenzione alcune mie brevi considerazioni e riflessioni. Penso che la democrazia partecipativa intesa come nuovo metodo di gestione della cosa pubblica è giusto che oggi rivesta un ruolo fondamentale, come, peraltro, è stato anche da te, pubblicamente dichiarato all’atto della tua proclamazione a Sindaco di Teramo con l’intendimento di conferire un’apposita delega che si occupi della disciplina. Tuttavia, a seguito delle vicende intercorse in questi ultimi giorni e degli articoli apparsi su alcuni organi di stampa locale, spiace dovere lamentare e registrare che il metodo della democrazia partecipativa, in nome di un sedicente civismo, viene da alcuni soggetti rappresentato e propinato alla cittadinanza in un modo strumentale e poco trasparente. Invero, a parere dell’odierno scrivente, qualcuno, artificiosamente, in nome di un associazionismo di facciata, tenta di sbandierare il principio della partecipazione democratica alla vita politica di tutti i cittadini, dei comitati di quartiere e di frazione e delle numerosissime associazioni cittadine, che da anni, offrono volontariamente e gratuitamente un contributo attivo per la crescita di Teramo e del suo territorio, a personale vessillo da issare, con la finalità di interpretare e rivendicare il ruolo di interlocutore e di suo referente privilegiato alla stregua di poter mettere un marchio o di imprimere un copyright esclusivo sulla materia.

Peraltro, non è altresì gradevole apprendere, in questi giorni, attraverso i mezzi di informazione, di incursioni e di invasioni di campo sui comitati di quartiere e di frazione messe in opera da qualche temerario che sconfina dalle sue personali prerogative, occupandosi, senza averne alcun titolo, della vita associativa di altre associazioni che producono il solo effetto di ledere la sfera di autonomia e la libertà di associazione dei suddetti organismi. Le incursioni e gli interventi a gamba tesa, sopra descritti, sui comitati di quartiere e di frazione, nonché sulle altre associazioni cittadine, sono inaccettabili, perché inficiano lo svolgimento ordinario delle attività di quest’ultime nel raggiungimento del fine sociale che esse si sono prefissate all’atto della loro costituzione. Pertanto, in un’ ottica di assoluta trasparenza e di reale partecipazione democratica alla vita pubblica, dei comitati di quartiere e di frazione, delle libere associazioni che operano sul territorio comunale e di tutti i cittadini, pure condividendo e apprezzando la oramai esigenza di conferire una specifica delega assessorile o consiliare sulla democrazia partecipativa, ti invito a riflettere attentamente e, ad impedire, per le ragioni sopra argomentate, in una logica di rispetto del principio della libertà di associazione e di partecipazione alla vita pubblica, la possibilità di assegnare incarichi, consulenze a soggetti e/o ad associazioni sulla democrazia partecipativa.

In ultimo, per quanto sopra descritto, mi preme sottolineare che la democrazia partecipativa è un bene di tutti, che appartiene al popolo sovrano, che non può pertanto essere ad esclusivo appannaggio di qualcuno, appunto perché contempla un nuovo metodo di amministrare ed è un principio democratico statuito dalla nostra carta costituzionale. Essa, difatti, spetta all’intera collettività, ex art. 18 cost., che al riguardo sancisce il principio della libertà di associazione dei cittadini e la loro partecipazione democratica alla vita pubblica, tutelando la sfera di autonomia degli organismi di tipo associativo.

Per cui, a mio modesto parere, e concludo, la democrazia partecipativa al fine di essere compiutamente ed efficacemente esercitata, deve essere resa necessariamente, accessibile a tutti i cittadini, e a tutte le associazioni teramane concessa la facoltà di poterla esercitare, in un clima di pari dignità, proficuo dialogo e di reciproca collaborazione con la nuova amministrazione comunale, sulla base una modalità assolutamente inclusiva, volontaria, gratuita e incondizionata, senza fare neanche solo potere sotto intendere o fare minimamente pensare alla cittadinanza, alcun suo eventuale secondo fine, alcuna strumentale ingerenza nell’autonomia della libera vita delle associazioni e/o alcun celato interesse di natura particolare.
Tanto dovevo rappresentarti”.

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