Teramo, Popolo della Famiglia sulla prima unione civile in Comune: “Il Sindaco poteva obiettare”

“Il matrimonio è soltanto tra uomo e donna perché risponde all’ordine naturale e non esiste alcun diritto al matrimonio omosessuale”. Non si è fatta attendere la risposta del Popolo della Famiglia alla notizia della celebrazione della prima unione civile a Teramo.

“I giornali hanno parlato di sposalizio, di nozze, di auguri agli sposi. Poco ci mancava, che dicessero “Auguri e figli maschi” commenta Simona Lupi, dirigente locale del movimento. “Riguardo ai progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni civili omosessuali, la Chiesa dice che non esiste alcun fondamento per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Mi sorprende dunque, che il cattolicissimo Sindaco D’Alberto, d’estate vada in fascia tricolore alla processione in Cattedrale della Madonna delle Grazie, portando il cero alla Vergine e consegnandole le chiavi della città, e la primavera dopo si glorii di aver celebrato la prima unione civile della storia di Teramo, a due passi dal Duomo. Avrebbe potuto obiettare, come ha fatto il precedente Sindaco Brucchi, ma ha preferito la ribalta mediatica ”

“Noi non baratteremo mai e poi mai la famiglia naturale con pretesi diritti”, conclude Mario Adinolfi.

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