Teramo, gestione parcheggi. La Tercoop ricorre al Consiglio di Stato

La Tercoop ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. Abruzzo e connessa istanza di sospensione della suddetta, affidando l’impugnazione all’avvocato Francesco Calcagni.

“Se si renderà necessario segnaleremo quanto sta avvenendo anche alla Corte di Giustizia Europea, nonché all’adunanza plenaria del Consiglio di Stato – fanno sapere dalla Tercoop – Solo in linea di principio, cioè in linea di massima, è necessario partecipare alla gara per aver diritto alla tutela del ricorso, proprio perché esistono casi dove la non partecipazione può essere indotta, come nel nostro con la concessione di un diritto di prelazione sui futuri ricavi dai parcometri concesso alla Easy Help, supportata anche da una convenzione a garanzia e tutela degli interessi del gestore, ma anche per l’impossibilità di poter migliorare il project financing con delle offerte aggiuntive veramente migliorative e di poter solo peggiorare le condizioni dell’appalto per la Easy Help e soprattutto per il personale eventualmente riassorbito. Siamo stati costretti a non delapidare inutilmente ulteriori 10mila euro con una partecipazione fittizia che sarebbe servita solo a legittimare la non gara”.

E ancora: “Il Collegio del Tar non si limita alla superficiale e sbrigativa considerazione di inammissibilità, ma entra nel merito del ricorso e sposa tutte le argomentazioni della controparte, senza possibilità di replica e contraddittorio e senza verificare eventuali omissioni o inesattezze da parte dei legali del Comune. Come il nostro primo studio di fattibilità per un progetto di partenariato pubblico-privato consegnato al protocollo generale a novembre del 2013, al sindaco, alla giunta e ai consiglieri comunali, con il quale la Tercoop si impegnava a destinare tutti gli utili ricavabili dall’installazione di modernissimi parcometri alla manutenzione del lungofiume salvaguardando 26/28 posti di lavoro, progetto del quale i legali del Comune hanno perso memoria e lo stesso Collegio del Tar, replicando solo la versione omissiva della controparte ne cita due e non tre come erano gli studi di fattibilità allegati al ricorso. Con una piccola modifica sul numero degli stalli e dei conseguenti ricavi anche il primo progetto sarebbe risultato ancora attualissimo e il Comune, oltre al “servizio al passo dei tempi”, avrebbe ottenuto un guadagno/risparmio di almeno due milioni di euro in sette anni di gestione”.

La Tercoop prosegue: “Il secondo progetto di partenariato arricchito dall’offerta di ulteriori servizi è stato consegnato all’amministrazione comunale a maggio 2015, ma nonostante gli apprezzamenti dell’assessore in carica e dei sindacati, una valutazione formale del nostro studio di fattibilità c’è stata solo a giugno 2016, con un ritardo di un anno rispetto al tempo massimo consentito dalle normative e subito dopo la riforma del codice degli appalti che aveva reso necessario riformulare il partenariato in “contratto misto”.

Il terzo progetto, un “contratto misto” consegnato a novembre 2017 e valutato positivamente da una commissione consiliare, è stato scartato con motivazioni pretestuose e senza nessuna comunicazione alla Tercoop”.

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