Teramo, dipendenti per la pulizia delle scuole a rischio: “In Abruzzo si rischiano 200 esuberi”

Licenziamenti di Stato. Così sono stati definiti dalla rappresentante territoriale della Filcams Cgil, Nastascia Innamorati, le lettere di fine rapporto che in queste settimane stanno arrivando alle migliaia di lavoratori, per lo più donne, impiegati nei servizi di pulizia e sorveglianza nelle scuole italiane.

La vertenza è nazionale ma ha dei risvolti molto pesanti per l’Abruzzo e la provincia teramana dove il processo di “internalizzazione” dei lavoratori della scuola “ex Lsu” ed “ex “appalti storici” (che in questi hanno avuto diverse forme contrattuali dalle chiamate dirette ai rapporti di dipendenza con società e cooperative)  vede oltre 200 esuberi.

Un fatto di per sé molto positivo, la stabilizzazione, rischi di rivelarsi un dramma per molte famiglie: “Lo diciamo da mesi ma siamo rimasti inascoltati”, hanno ribadito più volte i sindacalisti presenti. Questa mattina su invito della Provincia e della Filcams Cgil, quindi, si sono ritrovati amministratori locali, Parlamentari e consiglieri regionali per mettere a punto un’ iniziativa congiunta da far arrivare al Governo e al Parlamento prima della firma del Decreto Interministeriale che sancirebbe l’assunzione nelle scuole di 11.263 lavoratori e lavoratrici a fronte degli attuali 16009 con un esubero definito dai sindacalisti presenti una “roulette russa perché non si capisce i criteri con quale criterio si farà la scelta”.

“Nella regione Abruzzo – ha sottolineato Lucio Cipollini della Filcams Cgil regionale – stiamo parlando di 596 attualmente impiegati a fronte dei 392 posti assegnati dal Ministero della Pubblica istruzione: un esubero di ben 200 persone, 100 solo nella provincia di Teramo”.

All’invito hanno risposto il senatore Luciano D’Alfonso, Gianguido D’Alberto nella doppia veste di sindaco di Teramo e di presidente dell’Anci Abruzzo, Mauro Pettinaro, segretario generale della Filcams, il capogruppo regionale della Lega, Pietro Quaresimale e i consiglieri regionali Toni Di Gianvittorio (Lega) Sandro Mariani (Abruzzo in Comune) e Dino Pepe (Pd); la consigliera Provinciale Martina Maranella, il consigliere comunale di Teramo, Massimo Speca.

“Non possiamo lasciare soli questi lavoratori – ha affermato Diego Di Bonaventura – la loro battaglia deve diventare la battaglia delle istituzioni locali per mantenere quello che abbiamo: è un grande problema sociale non ci sono nuovi posti di lavoro, quello che c’è va difeso. Si tratta di personale che lavora da oltre vent’anni nel comparto statale e con un’età media che supera i cinquant’anni. Le possibilità di riempiego sono praticamente nulle”. Il sindaco D’Alberto ha sottolineato l’aspetto peculiare dell’Abruzzo e della provincia teramana: “Siamo nell’area del cratere con tutte le conseguenze negative su economia e lavoro determinate dai numerosi terremoti di questi anni: non possiamo consentire ulteriori spogliazioni sociali”.

E’ stata quindi concordata una linea comune: un documento che sarà portato all’approvazione della Regione Abruzzo per essere inviato al Governo, ai Ministeri competenti, alla Commissione Cultura del Governo dove è all’esame il provvedimento.

“Ci faremo parte attiva sensibilizzando non solo le istituzioni nazionali coinvolte ma anche tutti i singoli parlamentari che in rappresentanza dei rispettivi territori hanno interesse a lavorare con noi per scongiurare questo esodo” ha dichiarato il senatore Luciano D’Alfonso mentre il capogruppo della Lega, Quaresimale, considerati i tempi molto stretti, si è impegnato a far si che Giunta e Consiglio assumano al più presto una risoluzione. “Il problema investe anche l’organizzazione delle scuole – ha fatto notare Mauro Pettinaro – con duecento esodi c’è da chiedersi come si farà a garantire la pulizia e la sorveglianza delle scuole”.

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