Silvi: il primo soccorso resta senza personale infermieristico. Partipilo “sveglia” l’Amministrazione che replica

Silvi. Dal 1 gennaio 2020, le ambulanze che partiranno dalla base di Silvi non avranno più a bordo il personale infermieristico e medico. A disporre questo provvedimento sarebbe stata proprio la Asl di Teramo.

A farlo sapere è il consigliere comunale di minoranza, nonchè capogruppo di Silvi Democratica, Vito Partipilo che ha presentato un’interrogazione al Sindaco Andrea Scordella.

“Sappiamo tutti e non lo scopriamo certo oggi quanto vitale e fondamentale sia il giusto primo intervento in caso di emergenza e con stupore e amarezza, nel silenzio assordante dell’amministrazione, forse più interessata a fare incetta di incarichi politici che a preoccuparsi della città, Silvi è stata privata di un servizio fondamentale ad intervenire, in caso di chiamata di emergenza, sono i soli volontari, lodevoli per il loro fondamentale impegno, ma privi del supporto specialistico infermieristico e medico”.

L’interrogazione che Partipilo ha avanzato al primo cittadino è per il ripristino, “da parte di Regione e Ausl di questo servizio fondamentale per la nostra Comunità. Abbiamo dato la piena disponibilità, anche come minoranza a azioni congiunte affinché tutto torni com’era. Oramai – conclude Partipilo – il tempo degli slogan è terminato, occorrono i fatti e prima di Silvi abbiamo capito che a questa amministrazione interessa altro”.

LA REPLICA DEL SINDACO SCORDELLA. “E’ davvero stupefacente che a lamentare l’eliminazione del supporto medico e infermieristico al servizio delle ambulanze di soccorso sia oggi un consigliere comunale che all’epoca della emanazione del decreto che stabiliva il taglio di questo importante servizio, 28 settembre 2015, era vice sindaco di una coalizione di centrosinistra, politicamente identica a quella che governava la Regione dove Paolucci era assessore alla Sanità. Lo ‘stupore e l’amarezza… per la privazione di un servizio fondamentale’, il consigliere Partipilo li avrebbe dovuti manifestare non oggi ma allora perché, oltre ad avere una carica istituzionale importante, poteva contare su una giunta regionale governata dalla sua sinistra. Dobbiamo ringraziare i dirigenti medici delle ASL che sono riusciti a ritardare l’entrata in vigore del decreto commissariale di oltre quattro anni. Da parte nostra, consapevoli di non avere alcun potere o competenza per bloccare questa iniziativa al momento non più rinviabile, ci stiamo muovendo già da alcuni mesi per sollecitare in Regione una revisione del decreto in questione e una rivisitazione da parte del Governo centrale del DPR 27/1992 che ha determinato i livelli di assistenza sanitaria di emergenza che sono alla base delle determinazioni commissariali che hanno, di fatto, creato una situazione di grave disagio sia per i responsabili e il personale addetto al 118, che non sono in grado di intervenire con la massima tempestività, sia per le persone che si trovano in situazioni sanitarie di emergenza”.

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