Sant’Egidio, essere inoccupati a 55 anni: giovani per la pensione, vecchi per lavorare. La lettera

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che arriva da Sant’Egidio alla Viibrata.

“Scrivo queste poche righe per esternare la mia disapprovazione e delusione di una società e un sistema politico che da secoli, si nutrono della debolezza del classe media e non si preoccupa dei disagi e problematiche che li circondano.

 

Ho 55 anni e impossibilitato a svolgere la mia professione per una malattia professionale, riconosciuta dall’Inail e questo mi sta creando grandissimi problemi a trovare un lavoro che possa salvaguardare la dignità di un uomo. Purtroppo molto facilmente e molto ignorantemente si confonde la disoccupazione dal essere inoccupato, perchè ogni azienda e agenzia interinale, ti dichiara non idoneo nemmeno per un colloquio conoscitivo e questo è deplorevole. Basta essere ipocriti ed incoerenti, le persone senza un lavoro, come credete che possano sentirsi?… Sicuramente credo possano sentirsi inutili per questa “Nazione” che ha 55 anni sono troppo giovani per andare in pensione e troppo “vecchi” per lavorare. Immagino che l’esperieza ricercata quando eravamo giovani, ora non serva più e poi il malcostume e la superficialità ha la presunzione di giudicare atti estremi da parte delle persone che sono in difficoltà per mancanza di un lavoro di cui l’articolo 4 della nostra costituzione cita testualmente:

 

LA REPUBBLICA RICONOSCE A TUTTI I CITTADINI IL DIRITTO AL LAVORO E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDONO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO. OGNI CITTADINO HA IL DOVERE DI SVOLGERE, SECONDO LE PROPRIE POSSIBITA’ E LA PROPRIA SCELTA, UN’ATTIVITA’ O UNA FUNZIONE CHE CONCORRA AL PROGRESSO MATERIALE O SPIRITUALE DELLA SOCIETA’. Quindi per concludere vorrei comunicare questo mio messaggio, a tutto il mondo del lavoro che possa in futuro apprezzare l’esperienza, la dedizione, la pragmaticità, che un ultracinquantenne possa offrire al mondo del lavoro.

 

Grazie Italia per aver affossato la mia dignità ed aver innescato un percorso per diventare depresso e in collera con un sistema che non ha nessun interesse a risolvere una piaga enorme: l’essere INOCCUPATI (lettera firmata)

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